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giovedì 11 agosto 2011

Liberate Brendan Lillis.



L'irlanda è ancora un territorio in guerra. Soprusi e violenze sono all'ordine del giorno, le imposizioni inglesi, le provocazioni unioniste e i mancati diritti umani stanno riportando alla luce gli anni bui. Sono infatti di pochi giorni fa gli scontri che hanno visto partecipi i cattolici residenti e gli unionisti che hanno cercato di irrompere nei quartieri enclave dell'Irlanda. Sono volati sassi e molotov ma non sono mancate le pistole. 

Sui tetti sono stati avvistati uomini armati pronti a sparare. Il Colonialismo mercantilista e l'annacquamento delle Identità non è mai stata e mai sarà una soluzione. Irlanda Libera, ora! Brendan Lillis è un prigioniero politico irlandese repubblicano rinchiuso da piu' di 600 giorni nel cacere nordirlandese di Maghaberry. E' affetto da una malattia degenerativa che lo ha portato a pesare 35 chili.

Brendan sta morendo e le autorità carcerarie non intendono liberarlo. La sua compagna Roisin, insieme a numerosi ex POWs, Blanketmen e altri militanti repubblicani, ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere la scarcerazione immediata di Brendan.

Noi ci uniamo alla protesta e dell'Italia chiediamo che la Gran Bretagna rispetti i diritti umani e liberi quanto prima Brendan, restituandolo ai suoi casi e a una vita dignitosa.



Brendan Lillis ha 59 anni. È alto poco meno di due metri e ora pesa 35 chilogrammi. Da quasi due anni è chiuso nel carcere di Maghaberry nei pressi di Belfast. Formalmente, nessuna condanna a suo carico. Dopo aver scontato 16 anni a Long Kash (il carcere di Bobby Sands) era stato rilasciato sulla parola, come tanti altri membri di Provisional Ira e altri membri di gruppi armati unionisti. Due anni fa è stato accusato di una rapina a Derry e rinchiuso in carcere a Maghaberry. Ma non ha potuto ancora sostenere un processo. Gravemente malato, affetto da spondilito anchilosante, una malattia debilitante, giace nel letto di una cella del carcere da mesi.
La Corte Suprema nordirlandese ha giudicato infatti il suo stato di salute non compatibile con un processo. Ma inspiegabilmente rimane in carcere, perché il Ministro della Giustizia del Paese David Ford si rifiuta di scarcerarlo.
Il dottor Sean O’ Domhnaill della sezione irlandese per i diritti umani dell’Onu lo ha visitato pochi giorni fa e ha stilato un rapporto drammatico: “Credo che morirà in prigione, perché le sue condizioni richiedono attenzioni specialistiche. Il rischio di morte è imminente”.


Manifestazioni di sostegno e sit-in di sensibilizzazione sono in corso in questi giorni a Belfast e a Derry, animate dai gruppi repubblicani nordirlandesi, ma anche a Roma. A Belfast si è mosso anche Martin McGuinnes di Sinn Féin che ha chiesto la liberazione dell’ex repubblicano. A livello europeo, la vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli ha puntato il dito sul non rispetto dei più elementari diritti umani e ha presentato un’interrogazione parlamentare. “La politica può fare molto” ha detto.
Ora si attende la risposta da Stormont. Il tempo passa e non è dalla parte di Brendan Lillis. Alcuni osservatori hanno parlato di “vendetta politica” contro un ex Ira. Altri puntano il dito sul regime carcerario e sulle leggi speciali nordirlandesi. Se davvero si vuole voltare pagina in Ulster bisogna partire dai diritti umani. E da Maghaberry.

Brendan Lillis in un poster a Belfast
Ma questo, per gli unionisti, per Ford, non conta.
L'importante è vendicarsi.

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