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venerdì 9 novembre 2012

Ventire anni fa cadeva il Muro di Berlino.


 
Ventitre anni fa cadeva il muro di Berlino e nasceva simbolicamente una nuova Europa. Con il venir meno di quella barriera si riaccendevano le speranze di libertà per le nazioni dell'Est europeo e si iniziava a delineare il fallimento del modello marxista-comunista. Il crollo del muro rappresentò sicuramente la miccia per la sgretolazione dell'Unione Sovietica, ponendo così fine alla guerra fredda. Al contempo, il 9 novembre 1989 rappresentò il giorno in cui migliaia di giovani ebbero il coraggio di superare una linea di confine e di fare una scelta fondamentale per il proprio futuro, schierandosi dalla parte della libertà e della costituzione della nuova Europa. "Sappiamo fin troppo bene che il 9 novembre 1989 fu un momento epocale. Sancì la vittoria dell'Occidente sull'Est che fu di Breznev, Krusciov e Stalin.
Ancora oggi bisogna condurre la lotta per la libertà e per l'edificazione di un'Europa dei popoli, che sappia andare "oltre ogni muro". E benchè il muro fisico che un tempo la divideva sia stato abbattuto, restano ancora altri "muri", che devono essere tirati giù. Pensiamo a un continente che è schiavo della sua stessa burocrazia e della propria timidezza politica, che è vittima di una deriva nichilista e relativista che punta allo sradicamento dell'uomo e all'annientamento dell'identità.
L'Europa che volevano i nostri padri, quella che vogliamo noi, non è purtroppo quella che abbiamo oggi a ventitre anni di distanza. Stiamo avvertendo la debolezza politica dell'Europa proprio in questa crisi economica: tanti ordini, ma poco impegno a contrastare la disoccupazione giovanile, a sostenere la natalità e ad alleggerire la stretta al credito delle imprese, per esempio.
L'Occidente deve decidere da che parte stare: se stare dalla parte della libertà dei diritti civili o piuttosto abdicare al suo ruolo per difendere interessi economici. E' altresì innegabile che la caduta del Muro di Berlino diede il via definitivo a un processo di globalizzazione imponendo il primato dell'economia sulla politica. Ma proprio in nome degli stessi principi etici ripetutamente violati e violentati dal comunismo che si richiede alla politica, alla buona politica, di riprendere il primato sull'economia.

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