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sabato 25 settembre 2010

Intervista a Giorgia Meloni – “Adesso basta falchi. Riconoscente a Fini, i suoi saranno leali”



«I falchi ci sono, tanto nel Pdl quanto in Fli. Persone che antepongono i propri calcoli agli interessi comuni. Ma per fortuna sono sempre meno numerosi e influenti». Il ministro della Giovent Giorgia Meloni tende una mano agli cx colleghi di Futuro e Libertà. «Per ora nessun voto anticipato – spiega – di fronte alla crisi deve prevalere l’interesse nazionale».

Ministro, alla fine nel Pdl hanno prevalso le colombe?
In estate avevo perso la speranza di ricucire lo strappo con i finiani. Ma adesso molto è cambiato. Conosco diversi esponenti di Fli, a partire dal presidente Gianfranco Fini a cui rimango estremamente riconoscente. Parliamo di persone elette con noi che fino ad oggi hanno sempre dichiarato di voler votare con la maggioranza. E poi non ce li vedo in un terzo polo. Dopo tulle le battaglie contro la partitocrazia che abbiamo combattuto insieme.

Non è che passa con Futuro e Libertà anche lei?
Assolutamente no. Ma è importante distinguere i rapporti umani dai giudizi politici.

Alla fine l’accordo Pdl-Fli potrebbe arrivare sul tema della giustizia. L’argomento che vi aveva maggiormente diviso.
Stiamo lavorando insieme, perché condividiamo la necessità di salvaguardare le massime cariche dello Stato. In Italia una parte della magistratura si sente investita dal compito di demolire un tiranno. Senza rendersi conto che quello che considerano un tiranno è stato eletto dal popolo.

Pdl e Fli d’accordo sullo scudo, insomma?
Per quanto mi riguarda, uno scudo che tuteli le più alte cariche dello Stato e che tenga fuori i ministri. Perché chi fa parte del governo, al contrario del premier non è nominato dal popolo. Allo stesso modo sono convinta che non sia possibile tornare all’immunità parlamentare. Non con questa legge elettorale almeno, dove i parlamentari non sono scelti dagli italiani, ma dai partiti.

Nuove indiscrezioni sulla vicenda di Montecarlo. Sembra che nel contratto di affitto dell’ex appartamento di An, locatario e locatore siano la stessa persona.
Non voglio parlare di questa storia. Certo, è una vicenda che mi amareggia. Spero solo che la questione venga chiarita al pi presto.

Se vanno via i finiani, c’è sempre La Destra. Il Cavaliere ha aperto le porte del Pdl a Storace.
Storace non entra oggi nel centrodestra. Nel Lazio il suo partito governa già con la Polverini. Se mi è consentito, per , vorrei ri cordare che la destra nel Pdl c’è già. Ed è una componente importante di cui mi pregio di far parte.


Storace è superfluo?
Nessuna polemica. A suo tempo Storace ha fatto delle scelte che non ho condiviso. Oggi ha intrapreso un percorso di lealtà con il Pdl, vedremo come andrà a finire.

L’ipotesi del gruppo di responsabilità nazionale è già tramontata?
Non serve alcun gruppo. Stiamo solo cercando di convincere i parlamentari eletti con il centro- destra a mantenere gli impegni presi con gli elettori. Nessuna compravendita. Anche perché personalmente sono molto rigida con chi salta da un partito all’altro.

Prima la polemica sulla scuola di Adro, poi la richiesta di una capitale del Nord. La Lega non le crea imbarazzi?
La Lega va tenuta sotto controllo. Tra Pdl e Carroccio ci sono due ragioni sociali che non coincidono. Ma la vera sfida è trovare una sintesi.

Intanto Bossi non risparmia battute. Dopo l’approvazione di Roma Capitale ha rivelato di aver votato solo perché Alemanno piangeva.
Una bugia. In Cdm il sindaco di Roma non piangeva affatto. Anzi, era allegro e sorridente. Bossi deve tenere buono il proprio elettorato: ultimamente sono passati da Roma ladrona a Roma Capitale. Ma ci sono simboli importanti su cui il Pdl non deve cedere, come il Tricolore. Su questi argomenti dobbiamo reagire con forza alle strumentalizzazioni del Carroccio.

In ogni caso il Pdl può stare tranquillo. Il Pd è sceso al 25 percento.
Invece questa è una situazione tutt’altro che rassicurante. Tanti nostri problemi derivano proprio dalla mancata necessità di ricompattarsi di fronte a un avversario.

L’ha sorpresa il ritorno di Veltroni?
Le dirò, io Veltroni lo apprezzo Al di là del modo un po’ sempliciotto e banale con cui continua ad attaccare il governo, apprezzo il suo tentativo di difendere i principi per cui è nato il Pd. Mi riferisco alla sua vocazione maggioritaria e bipolare. Di fronte alle ipotesi di ammucchiate e di ritorni all’Ulivo, che rischiano di riportarci indietro di 15 anni, almeno lui ci prova.

da Il Riformista

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