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mercoledì 16 giugno 2010

FRANCESCO CECCHIN, 31 anni senza giustizia.



La sera del 28 maggio, intorno alle ore 20, quattro ragazzi del F.d.G. di Roma, tra cui Francesco Cecchin, si recano in piazza Vescovio per affiggere manifesti, ma vengono subito notati da un gruppo di militanti della sezione comunista di via Monterotondo, che danno inizio alla sistematica copertura di tali manifesti; un giovane cerca di impedire il proseguimento dell'azione provocatoria, ma viene circondato da una ventina di attivisti del PCI, capeggiati da Sante Moretti. che afferma: "...vi abbiamo fatto chiudere via Migiurtinia, vi faremo chiudere anche viale Somalia..." ; alla fine, volgendosi verso Francesco Cecchin, lo apostrofa così: "TU STAI ATTENTO, CHE SE POI MI INCAZZO TI POTRESTI FARE MALE!".

La stessa sera, intorno alla mezzanotte, Francesco Cecchin scende di casa insieme alla sorella per una passeggiata fino a via Montebuono, dove un suo amico lavora in un ristorante; verso le 24:15, mentre i due ragazzi sono fermi davanti all'edicola di piazza Vescovio, spunta una Fiat 850 bianca che compie una brusca frenata davanti a loro; dall'auto scende un uomo che urla all'indirizzo di Francesco: "... E' lui, è lui, prendetelo!". Intuendo il pericolo e, probabilmente, riconoscendo l'aggressore, Francesco fa allontanare la sorella e corre in direzione di via Montebuono, inseguito dagli occupanti della macchina, che nel frattempo il suo guidatore sposta fino all'imboccatura della stessa via Montebuono. Le grida della sorella vengono udite da un giovane che, sceso in strada, nota un uomo darsi alla fuga verso via Monterotondo e qui salire sulla Fiat 850 bianca che si allontana velocemente. Dopo aver telefonato alla Polizia, il giovane viene raggiunto da un inquilino dello stabile di via Montebuono 5 che lo informa della presenza, sul suo terrazzo sottostante di cinque metri il piano stradale, di un ragazzo che giace esanime al suolo; il giovane, giunto sul posto, riconosce in quel ragazzo il suo amico Francesco Cecchin. Il corpo è in posizione supina ad una distanza di circa un metro e mezzo dalla base del muro; perde sangue da una tempia e dal naso e stringe ancora nella mano sinistra un mazzo di chiavi, e in quella destra un pacchetto di sigarette. Francesco Cecchin muore il 16 giugno 1979 dopo diciannove giorni di coma. Le indagini della magistratura non individuarono alcun colpevole di questa morte. Il processo assolse gli imputati precisando che le loro responsabilità non potevano essere accertate a causa di una serie di negligenze nelle indagini ed ipotizzando, senza peraltro darne poi seguito, eventuali responsabilità degli inquirenti.

...E Francesco che è volato sull'asfalto di un cortile con le chiavi strette in mano, strano modo di morire!!!...
(Frase tratta dal brano mucicale GENERAZIONE '78 di Francesco Mancinelli)


FRANCESCO CECCHIN: PRESENTE!




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