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giovedì 24 dicembre 2009

Finanziaria: aiuti ai più bisognosi ed ai precari.



Finanziaria: aiuti ai più bisognosi ai precari e alle forze dell’ordine.

La Finanziaria raddoppia, passa da 4 ad 8 miliardi di euro, inizia a disboscare i costi della politica tagliando le poltrone di consigli e giunte comunali, provinciali, comunità montane, circoscrizioni, nonché istituzioni nate con le migliori intenzioni ma che hanno finito per fare le belle statuine, come i difensori civici. I proventi risparmiati, e quelli derivanti dal rientro dei capitali all’estero, li ridistribuisce fin da subito alle forze dell’ordine ed ai vigili del fuoco, ai precari che perdono il lavoro, all’Ambiente, alla Giustizia, per i buoni libro sui quali viene mantenuto l’impegno a darli gratis, alle infrastrutture e al ponte sullo Stretto, alla ricerca, all’Abruzzo e all’Agricoltura.
Si tratta di emendamenti governativi: mentre l’opposizione protesta contro la legge “blindata”, governo e maggioranza la ampliano e la migliorano nei limiti della situazione di crisi. È la dimostrazione che non servono “contro Finanziarie”, serve invece mettere assieme rigore nel bilancio pubblico, guerra vera agli sprechi ed equità.

Vediamo i punti principali.

L’entità complessiva della manovra passa dai 4 miliardi iniziali a 7,6, che potrebbero diventare 8 con nuovi stanziamenti.

La cifra più consistente viene dallo scudo fiscale: già provvisoriamente impiegato per coprire la riduzione del 20% dell’acconto Ire di novembre , poiché a giugno 2010 si dovrà comunque versare il conguaglio, ecco che quei proventi si renderanno nuovamente disponibili.


Si cancellerà il 27% delle poltrone dei 160 mila amministratori locali, e precisamente:
29.345 su 120.490 consiglieri comunali (- 24%);
596 su 3.246 consiglieri provinciali (- 18%);
14.543 su 35.254 assessori comunali (- 41%);
220 su 858 assessori provinciali (- 26%).


Inoltre saranno soppresse le circoscrizioni dovute al solo sdoppiamento di uffici; le regioni potranno ridimensionare le comunità montane, “isolane e di arcipelago”, e dal 2010 lo Stato non provvederà più al rifinanziamento di questi organismi, dei quali rimarranno operativi solo quelli realmente utili (e soprattutto realmente montani).

Nuovo patto di stabilità con i comuni. Il fondo ordinario degli enti locali è ridotto di 85 milioni nel 2010; di 190 nel 2011; di 240 a partire dal 2012. Ma le amministrazioni che sforano i limiti di spesa potranno recuperare l’anno successivo, mentre quelle virtuose potranno spendere l’avanzo. Rigore, dunque, ed elasticità.

A Roma andrà un finanziamento di 600 milioni per le sue funzioni di Capitale. Le risorse non verranno però dal fisco ma dalla dismissione di caserme e immobili in disuso della difesa.


Sblocco delle assunzioni nelle forze dell’ordine e nei vigili del fuoco; a tutti andrà un fondo di 500 milioni per le spese di gestione.
Cinquecento milioni anche per l’edilizia carceraria.
Un miliardo andrà all’Ambiente, da destinare soprattutto alle aree a rischio idrogeologico.
Cinquecento milioni andranno a finanziare la prima tranche pubblica del ponte sullo Stretto di Messina: questo in aggiunta al piano infrastrutture da 18 miliardi già approvato nel 2009.
Fondi per l’Università, la ricerca e la gratuità dei libri di testo.
La riforma della Giustizia verrà finanziata con una dote iniziale di 700 milioni.
Rifinanziamento (500 milioni) delle missioni di pace.
Una misura nel segno dell’equità e del rigore è il via al controllo sistematico delle pensioni di invalidità. Sono oltre due milioni, soprattutto al Centro-Sud. La regione che ne ha meno in rapporto alla popolazione è la Lombardia (2,79 ogni cento abitanti); il record è dell’Umbria, con il 5,48%. Ci si aspetta per quest’anno un risparmio di 50-150 milioni, che naturalmente non colpirà invalidi e disabili, ma i falsi invalidi ed i falsi disabili, che oltre alla pensione hanno spesso diritto ad altri benefici, dall’indennità di accompagnamento al permesso per l’auto.


Il governo lavora e mantiene gli impegni.


Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

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