Sono molto preoccupato per il clima d’odio che si sta creando in questo periodo in Italia. L’aggressione ai danni del Presidente del Consiglio è umanamente e politicamente inaccettabile. Il gesto di uno squilibrato, dietro il quale non voglio immaginare alcuna regia occulta, è il sintomo, però, di un malessere della società italiana. La Politica deve essere intesa come servizio verso il popolo, può naturalmente, attraversare periodi di forte vivacità in cui il confronto può anche divenire aspro, ma sempre nei limiti della civiltà e dell’educazione. La responsabilità è in primis nostra, di chi amministra e ricopre incarichi politici, dal semplice consigliere al deputato, dall’assessore del piccolo comune al ministro della Repubblica. I comportamenti della politica devono essere edificanti, c’è la necessità di costruire una nuova immagine della classe dirigente che troppe volte viene dipinta come casta e rarissime volte come esempio. A creare questo clima contribuisce anche l’informazione che, il più delle volte, invece di fare notizia, insegue lo scoop a tutti i costi che per far innalzare le vendite e l’audience avvelena il clima. Dobbiamo prendere tutti insieme politica, informazione e società civile l’impegno a migliorare i linguaggi e le azioni. L’Italia ha già attraversato il periodo buio degli anni di piombo, pagando un tributo di sangue troppo alto. Non possiamo permettere che quei giorni si ripetano. Mi auguro che queste mie brevi considerazioni vengano prese con la dovuta attenzione e non considerate alla stregua di un semplice atto dovuto. Auspico che invece possano costituire una riflessione il più possibile condivisa. Dovremmo fare nostra la grande massima di Voltaire: "Disapprovo ciò che dici, ma difenderò sino alla morte il tuo diritto di dirlo".
Il Presidente
Stanislao ZURLO
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