Salviamo i nostri Marò

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mercoledì 1 giugno 2011

Dopo le elezioni amministrative si apra un dibattito all’interno del PdL.

 
In Italia fino ai primi anni ’90 chi militava in un partito si identificava in esso. Aveva una identità che poteva essere repubblicana, comunista, democristiana o missina; ad ogni filone politico seguivano altri aspetti della vita sociale; a ciascuna identità politica corrispondeva
un’aspettativa di militanza sindacale, cooperativa, di associazionismo culturale o di piccola impresa. Nessuna di quelle identità si manifesta più come forza politica organizzata. Ora ci sono appartenenze in contenitori più ampi, la cui identità è labile, con collegamenti con la società civile organizzata assolutamente asimmetrici.
Il tombale silenzio che accompagna in queste ore la sconfitta del Pdl nelle elezioni amministrative a Crotone e provincia rispecchia, più di qualsiasi dichiarazione di facciata, la grave difficoltà in cui si dibattono i leader locali di un partito ormai abituato a vincere (vedi provinciali 2009 e regionali 2010).
Come giovani militanti proviamo sgomento su come è ridotto il Popolo della libertà. Un partito che era un motore trainante e i propri iscritti erano fieri di farne parte. Nessuno dopo la vittoria alle provinciali ha cercato di costruire il partito; nessuno ha compilato un progetto a medio e lungo termine che potesse portare il PdL ad essere l’anima del centrodestra. È tempo di rifondare il PdL e di riprendere l’iniziativa politica. Il partito più grande dello scenario politico italiano non può vivere di luce riflessa e soprattutto non può giocare in difesa. Deve andare all’attacco, tornare alla luce, accantonare chi non è affidabile o credibile e rigenerarsi. Deve dotarsi di una linea, una nuova leadership, possibilmente giovane, e avviare un processo per individuare una nuova classe dirigente che possa occupare ruoli importanti. Non possiamo più assistere inermi o lagnosi al degrado della politica, all’invocazione continua di alleanze per unire i diversi nella assurda convinzione che coalizzando le debolezze nasca una forza. Se le debolezze non hanno un vero collante, un leader riconosciuto e un’idea forte non producono alcuna forza, moltiplicano solo la debolezza.
Occorre un salto generazionale e un rilancio forte; bisogna pensare al rilancio della politica, nel senso più alto della parola. Ci aspettano anni difficili, è l’anno zero del centro destra crotonese, le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane segneranno inevitabilmente le sorti del nostro partito.

Fabrizio Zurlo
Presidente circolo “Sergio Ramelli”
Giovane Italia Crotone

Fabio Federico
Presidente Provinciale
Giovane Italia Crotone

Umberto Caputo
Dirigente regionale
Giovane Italia Calabria

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