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martedì 12 gennaio 2010

Rosarno, simbolo fallimentare della sinistra.


Il ministro Bondi: "Per anni il Mezzogiorno è stato la questione privilegiata dai democratici. All’inizio dei mandati i governatori del Pd avevano suscitato molte speranze. Ecco perché il flop è ancora più clamoroso"



«Dietro ai fatti di Rosarno c’è tutto il fallimento del centrosinistra al Sud». Il ministro della Cultura e coordinatore Pdl Sandro Bondi osserva preoccupato in tv le immagini degli scontri tra immigrati e forze dell’ordine.


L’emergenza di Rosarno e, prima ancora, la bomba alla Procura generale di Reggio Calabria hanno riproposto nuovamente l’allarme sul Mezzogiorno.

«Quello che è avvenuto a Rosarno è il risultato della confluenza di due fenomeni distinti: il primo è il degrado legato all’immigrazione incontrollata, il secondo è il degrado di una realtà sociale profondamente malata e pesantemente condizionata dalla criminalità organizzata. Questi due fenomeni hanno avuto una lunga incubazione prima di manifestarsi con gli effetti che abbiamo visto. Per questo le soluzioni non sono semplici e immediate. Si può e si deve imporre subito la cessazione delle violenze e riportare l’ordine pubblico. Ma sarà molto più difficile e ci vorrà molto più tempo per intervenire sulle cause del degrado, non solo della crisi, che investe molte regioni del Sud».

Quanto pesano nel malessere del Mezzogiorno gli sfasci prodotti dalle amministrazioni Loiero, Bassolino e Vendola, travolte dalle inchieste giudiziarie?

«Nel Mezzogiorno si è verificato il fallimento più clamoroso della sinistra. Tanto più significativo in quanto proprio la questione del Mezzogiorno è stata per lungo tempo la questione privilegiata della politica della sinistra italiana. Bassolino in particolare aveva suscitato all’inizio del suo mandato molte speranze. Per questo il suo fallimento è stato l’emblema della sconfitta della sinistra».

All’ordine del giorno c’è la composizione delle liste Pdl alle Regionali 2010 in Calabria dopo l’allarme lanciato dalla parlamentare Pdl Angela Napoli ad «Annozero».

«Il problema esiste e riguarda tutti i partiti, senza alcuna distinzione. Perciò i dirigenti dei partiti a livello nazionale hanno grandi responsabilità: innanzitutto nell’affidare gli incarichi regionali a persone moralmente e politicamente integerrime, e in secondo luogo nel sovrintendere e nel controllare continuamente affinché i candidati alle elezioni locali, e più in generale ad incarichi pubblici, siano persone oneste e competenti. I partiti devono rinnovarsi per divenire gli artefici del cambiamento».

L’opposizione accusa il governo di razzismo, Casini dice che lo Stato è morto.

«Queste reazioni sono sbagliate e indicano il rischio della strumentalizzazione politica di questi avvenimenti. In questo modo non si verrà a capo di niente. In realtà questa vicenda conferma la necessità di una classe dirigente nazionale capace di mettere da parte le polemichette politiche quotidiane per farsi carico con serietà dei problemi generali del Paese. I problemi sono così gravi in alcune regioni del Sud che occorrerebbe rivolgere un appello a tutte le forze sane esistenti per un piano di emergenza e di rinascita del Sud».

Nonostante l’azione del governo e della magistratura, sembra ancora che la ’Ndrangheta sia l’organizzazione criminale più potente al mondo. Che cosa si può fare per fermarla?

«Occorre lo stesso impegno determinato e prolungato che ha consentito nel corso degli anni di smantellare il potere della mafia. Le prime decisioni annunciate dal ministro degli Interni e da quello della Giustizia vanno in questa direzione».

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, è il candidato Pdl in Calabria. Cosa serve alla classe dirigente del Sud per riemergere?

«In qualità di sindaco di Reggio Calabria Scopelliti ha dimostrato doti di competenza e di onestà che saprà mettere al servizio del governo della Regione. Certo non dovrà essere lasciato solo in questo compito. Dovrà essere sostenuto da tutte le forze politiche e dal governo in particolare, perché come ho detto il compito che ha di fronte è davvero difficile e gravoso».


Fonte: Il Giornale.it

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