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martedì 12 gennaio 2010

SUD: FAVOLA DA UN MONDO CAPOVOLTO...

di Graziella Balestrieri.


NDR: Il tono dello scritto,che non si potrà mai udire ,va in maniera quasi ossessiva sentito come ironico…altrimenti non avrebbe nessun senso.

In un c’era una volta che ora non c’è più, lì dove ogni cosa passa, ma tutto resta, lì dove si vive perché si deve… In quel mondo fatato, dove leggi funzionano sì, ma in maniera capovolta esisteva una terra chiamata Calabria e la sua gente, i calabresi. Strana terra questa. Accogliente, di cuore, ospitale, un piccolo popolo che riposava sul fuoco degli inferi, terra selvaggia, definita come un’Africa nel bel mezzo dell’Europa. Astolphe De Custine, 1812 (Lettere dalla Calabria).
Dal 1812 pare che la situazione sia notevolmente degenerata. Ovvero questa sorta di africani d’Europa una mattina si son svegliati ed han trovato l’invasor… E così i calabresi sono diventati un popolo razzista. Olè avanti popolo alla riscossa. Ma in questa Africa d’Europa la sorpresa più grande al risveglio, dopo una notte di lunghi coltelli, è una presenza inquietante che si aggira fra la gente e che incute timore: lo Stato. Nessun riferimento politico ad oggi, da quando l’Italia nacque la presenza dello Stato in Calabria si può ricordare solo durante l’Inno di Mameli, per la nazionale di calcio, quindi la domanda è: ma i calabresi sono veramente un popolo così demente, veramente non si accorgono di essere strumento per le bocche ben pensanti?
E poi quello che fa tribolare veramente il sangue di un calabrese che sta scrivendo è: ma ora si sono accorti dei calabresi, ora che i neri si sono ribellati? E giù di lì, la ‘Ndrangheta, è colpa della ‘Ndrangheta… e lo Stato riposa in cielo, ad osservare a guardare il mare limpido. Poi c’è chi prende le difese di un popolo, quello degli immigrati, per carità nessuna forma di razzismo, anzi sono più fratelli loro e più calabresi loro di qualsiasi altro leghista che indossa la cravattina verde. Ma i calabresi razzisti, non si può proprio sentire. Scusate! Questa non è una difesa per i calabresi, no questa è solo la realtà di chi vive in Calabria, di chi conosce la sua gente, di chi non ha visto mai lo Stato, di chi ha visto un non interesse ad una terra che di fondo ha sempre vissuto nel contentino… Dire “ Lo Stato c’è ” è una delle più paradossali prese per i fondelli che un calabrese potesse mai sentire… Se lo Stato fosse mai esistito in Calabria tutto questo non sarebbe successo!
Percorrendo la strada che va da Catanzaro e che conduce fino a Crotone si possono osservare gli immigrati che camminano, che non si sa dove vanno, che rischi di investirli. Basta abbassare il finestrino, basta alzare la testa per rendersi conto in quale situazione vivono. Lo Stato, la sua bella macchinina non l’ha mai presa. Questo è il consiglio! Veniteci ogni tanto in Calabria prima di giudicare e sputare sentenze come se il popolo calabrese fosse una mandria di pecoroni a cui viene dato bastone e carota. Non si capisce nemmeno l’uscita di Roberto Saviano “Per gli immigrati contrastare le organizzazioni criminali è questione di vita o di morte”. Certo perché i calabresi nella ‘Ndrangheta ci sguazzano! Mah...
E poi perché non ha parlato delle scorie di Crotone, caro Saviano i palazzi lì portano il nome della ‘Ndrangheta, a Crotone nessuno mai è venuto a dir nulla. La gente cammina sulle mattonelle costruite dalla ‘Ndrangheta. Quanti paradossi! Il Papa: "Rispettare gli immigrati!" Ok,e i calabresi chi li ha mai rispettati?
Se si ha la coscienza pulita, va benissimo, prendetevela con i calabresi, tanto a noi passa qualsiasi cosa, stiamo sempre là, in un altro continente. Questa di Rosarno è una guerra fra poveri. La povertà e la miseria generano disordini. Se qualcuno si fosse mai ricordato dei calabresi, state sicuri che gli immigrati stavano sul trono insieme a bere vino e a mangiare cibo divino che questa terra meravigliosa offre. I calabresi non sono razzisti, non lo sono mai stati, se così fosse alcune regioni d’Italia sarebbero già sparite dalla cartine. Forse qualcuno deve accorgersi di una cosa, questa gente tiene le braccia aperte da talmente tanto tempo che oramai è stanca. Immagginate un uomo che sta a braccia aperte da quando è nato, che si trova sull’orlo di un precipizio… Voi non sareste stanchi, non chiudereste le braccia e correreste indietro verso la strada giusta?
Questa è l’unica favola che finisce in maniera capovolta, il principe tira la scarpa addosso a Cenerentola, Cenerentola si incazza gli ridà il bacio ed il principe ritorna ranocchio. E vissero tutti felici e scontenti!
“L’odio è un sentimento che oggi non si comprende neppur se generato dall’amore. Bisogna venire in Calabria per ritrovare l’odio”. Astolphe De Custine,1812 (Lettere dalla Calabria)


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