Ci sono voluti sessant’anni, ma gli italiani hanno capito che la democrazia non fa per loro. E pensare che c’è voluta una guerra e milioni di morti per “regalarcela”. Che poi tutto si riassume semplicemente in un unico diritto, che è quello di voto, che si basa sull’idea – da molti ritenuta fantasiosa – che ogni individuo abbia la capacità di formarsi un’opinione ed esprimerla. Gli italiani – dopo meno di un secolo di suffragio universale – sono tornati a una visione semplice e tradizionale. Esiste un’entità metafisica invisibile e onnipotente (prima Dio, oggi il Mercato) che ti favorisce o ti punisce se tu c’azzecchi o sbagli. Un capo legittimo è colui che interpreta il suo volere o – addirittura – è direttamente indicato da lui. Egli si contorna di un’aristocrazia dove i titoli contano più della persona. Uno è professore, o esperto, generale, marchese. Tengono lontane le carestie, intercedono con Dio per avere piogge nella stagione giusta e ricchi raccolti. Così non vivremo più nella paura della punizione divina. Inutile soffrire di invidia per gli altri popoli che sembrano a volte decidere per noi. D’altronde ci hanno sempre considerato dei camerieri o dei pizzaioli, degli sciuscià o dei mafiosi. Da sempre chi vuole darsi arie parla francese o studia in Inghilterra. Torniamo alle nostre attività di sempre. Spendiamo in schedine e lotterie più di una intera finanziaria, evadiamo le tasse con moderazione (siamo sempre il Paese dei furbi e poi lo fanno tutti), parliamo alle spalle e di fronte diciamo “sissignore”. Sperando che un giorno quel Signore inciampi, così gli tiriamo qualche calcio quando è a terra…. La politica è una cosa sporca… tutti i giornali dicono che… gli americani so’ forti… avanti dotto’… indietro dotto’… Me la dà una mancetta?
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