di Valter Delle Donne.
Stiamo dalla sua parte. Dalla parte della ragazza di San Miniato fatta fuori da quei bacchettoni del Pd perché qualche invidioso ha postato su Facebook un pornazzo appena uscito raffrontando la formosa bionda con la segretaria del Pd locale. Era proprio lei la componente dell’assemblea nazionale dei Giovani democratici, la responsabile dei diritti civili dei giovani pisani.
È scontato stare dalla sua parte, per questo evitiamo di riportare il suo nome, anche se i dirigenti del Pd hanno fatto di tutto per lasciarla identificare fornendo persino notizia che si è laureata da pochi giorni. Quei neopuritani del Partito democratico l’hanno epurata di punto in bianco. L’hanno cancellata da tutti gli incarichi, da un giorno all’altro (ma Google tiene in memoria tutto) solo perché fuori dalla sezione di San Miniato dopo aver parlato di legittimo impedimento, legge elettorale e democrazia partecipativa, si dava al bunga bunga, quello doc, con tanto di telecamere a immortalare le gesta.
Certo, il profilo della nostra si presta a inevitabili ironie. Indignata in servizio permanente effettivo, in prima fila per la difesa dell’immagine della donna. Venticinque anni, fresca di laurea in lettere, forte del suo incarico di responsabile dei diritti civili dei Giovani democratici pisani, era fortissima nelle lezioni di etica, ai limiti del bigottismo. Uno dei suoi ultimi comunicati (aveva già girato il film?) era stato ovviamente contro lo stile di vita di Berlusconi: «Ha oltrepassato ogni limite con lo scandalo Ruby, uno scandalo che ancora di più mostra al Paese e al mondo che tipo di uomo sia: un maschilista, che classifica le donne in base alla maggiore o minore prestanza fisica e “disponibilità”...» E ancora: «Le notti di “bunga bunga”, sono offensive e vanno a ledere la dignità di altri esseri umani». Per concludere: «Noi ci indigniamo perché vogliamo lottare fino all’ultimo per rimanere nella nostra Italia e vogliamo poter credere che l’unione nella vita con una persona sia frutto di un sentimento sincero e non di una sporca logica imprenditoriale». A firmarlo, la nostra protagonista a nome di tutti i Giovani democratici di Pisa. Chissà se ha esternato le stesse tesi anche ai proprietari della “Cento per cento”, la casa di film hard che ha commercializzato il video. La nostra protagonista è sulla copertina con tanto di mascherina colorata, in un video dal titolo profetico: È venuta a saperlo mia madre. Del resto, si sa, i produttori di film porno lo fanno per ragioni umanitarie e non per “una sporca logica imprenditoriale”. Come pure si presta a qualche ironia, riletto adesso, il post sul sito dell’Unità. Da una parte c’è Concita De Gregorio con l’accorato invito alla mobilitazione per la manifestazione “Se non ora quando?”: «Sono sicura – scrive la direttora non ancora in odore di addio – so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole sia scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È il momento di rispondere forte: dove siete ragazze? Madri, figlie, nipoti, dove siete?». La nostra eroina, a gennaio, quando lascia il suo post è ancora una puritana, quasi come Rosy Bindi. Tanto da scrivere tutto in maiuscolo: «Sono una donna, cittadina italiana, e mi ritengo offesa da come il capo del governo tratta il genere femminile». Con l’occasione avrebbe potuto dare informazioni di prima mano su come i produttori hard trattano le attrici. Evidentemente la mascherina ancora non era stata tolta.
Ma quel che colpisce sono le reazioni interne al partito. La goliardata poteva finire con un’alzata di spalle e una risata, magari con un party al quale invitare i compagni di sezione, stavolta senza telecamere. Invece si è trasformata in uno psicodramma. E se il capogruppo comunale Simone Giglioli parla di una «frittata già fatta», dopo aver sperato che la cosa che da giorni si sussurrava non venisse fuori, il sindaco della cittadina, storicamente amministrata dal centrosinistra, si mostra paterno. E infatti Vittorio Gabbanini dice di parlare prima da padre e che da sindaco: «È una brava ragazza e l’importante è che capisca di aver commesso una leggerezza». Nessuna sospensione, ha commentato un dirigente, ma «la ragazza ha convenuto che era meglio rassegnare subito le dimissioni, è giusto e doveroso che abbia fatto un passo indietro. Sarebbe stato impossibile, per lei, oggi presiedere senza imbarazzo una riunione di sezione». Imbarazzo a cui non sfugge Matteo Trapani, segretario dei Giovani democratici di Pisa: «Io non la vedo da parecchio tempo. Ormai quella lì non fa più attività politica». Eppure il 21 maggio doveva essere relatrice a un convegno con Paola Concia. «È saltato perché la Concia aveva da fare a Roma». In una nota il Pd locale difende la ragazza definendo «disgustoso» il clamore. Per poi aggiungere: «Ha diritto di essere lasciata in pace e semmai aiutata da persone amiche e solidali a riflettere sulle proprie scelte». Roba da gerarchi sovietici. Paola Concia, se ci sei batti un colpo!
Fonte:
Secolo d'Italia
Siamo contro ogni genere di Discarica nel nostro Territorio!
giovedì 30 giugno 2011
mercoledì 29 giugno 2011
Il “rispetto”? Non c’è più per nessuno.
di Girolamo Fragalà.
Anni Settanta, una qualsiasi assemblea studentesca in un qualsiasi liceo metropolitano. I nemici, in ordine sparso, erano i “fascisti” che dovevano tornare nelle fogne, i “borghesi” nemici storici della classe operaia, il clero, l’oppio dei popoli e soprattutto il concetto di autorità. Un concetto che, nelle stagioni successive, è stato sottoposto a un processo di delegittimazione costante, perché simbolo negativo delle società reazionarie, contrastato sia dalla sinistra radicale sia dai salotti radical chic. Niente maestro con la bacchetta, figuriamoci. Men che meno genitori troppo oppressivi, quelli che ti aspettano in casa con l’orologio in mano. È l’affermazione di una “cultura” (o presunta tale) dominante per decenni che ha generato una serie infinita di storture.
Il risultato? Padri, insegnanti e sacerdoti hanno raggiunto uno dei massimi livelli di crisi di autorità. Lo dimostra una ricerca del Censis presentata ieri a Roma: le figure che tradizionalmente definiscono leggi, limiti e regole nei vari contesti sociali hanno subito un forte logoramento. Ed è evidente che sono venuti a mancare importanti punti di riferimento specie per i ragazzi. Il 39% degli italiani pensa che il padre non rappresenti più l’autorità. La sua figura è lentamente “evaporata”. Il padre è più presente in famiglia, ma con un ruolo diverso: è una sorta di fratello maggiore che gioca con i bambini, senza essere più la «fonte di quei “no” che aiutano o dovrebbero aiutare a crescere». L’altra istituzione finita sotto la lente d’ingrandimento del Censis è la scuola. La perdita di prestigio degli insegnanti tanto che la percentuale di docenti che non rifarebbe la stessa scelta professionale è superiore a un terzo. Anche in questo caso vengono a mancare i “no”. Un’altra vittima del soggettivismo è il sacerdote come autorità morale, capace di orientare le scelte dei singoli. Tutti segnali di un declino. Che ha responsabili ben precisi.
Fonte:
Secolo d'Italia.
mercoledì 22 giugno 2011
L'Irlanda infuoca ancora.
Da tempo i paramilitari lealisti venivano visti in giro vestiti con le loro uniformi, quasi dovessere prepararsi a questa giornata.
Ieri sera l’attacco è stato massiccio.
Un centinaio di lealisti hanno assalito le case dei repubblicani, lanciando pietre e mattoni ma anche bottiglie molotov, pipe bombs e sacchetti pieni di vernice.
Il sindaco di Belfast, presente sulla scena, ha parlato di “case attaccate con bottiglie molotov”. Sarebbero oltre una dozzina le abitazioni incendiate dalle oltre 300 molotov lanciate durante i disordini.
Uomini armati di entrambe le fazioni sono spuntati sui tetti delle abitazioni nella zona della chiesa di St Matthew. Sono stati sparati una decina di caricatori di pistola e almeno due dai fucili automatici AK-47, meglio conosciuto come Kalashnikov.
I repubblicani si sono radunati nella zona, per aiutare gli abitanti attaccati. In prima fila tra gli assalitori sarebbe stato visto il brigadiere UVF di East Belfast, in tuta mimetica, pronto a dare ordini ai suoi uomini.
Alcuni membri di Oglaigh na hEireann hanno risposto al fuoco lealista, ferendo due membri di UVF – sembrerebbe alle gambe. Come già riportato ci sarebbero feriti anche tra i repubblicani, colpiti dagli oggetti lanciati dai lealisti.
La polizia ha sparato circa 300 proiettili di plastica contro le due fazioni.
FONTE:
http://www.lesenfantsterribles.org/distretto-nord/riot-a-short-strand-4/
Con video degli scontri della BBC
PIOGGIA D'IRLANDA - SKOLL
martedì 21 giugno 2011
L'Angolo Culturale...
21 Giugno, Solstizio d'Estate
(la festa del Sole )
La parola solstizio viene dal latino “Solis statio”: fermata, arresto del Sole. Solstizio identifica il giorno in cui il sole raggiunge la massima distanza dall’equatore.
Questo fenomeno avviene due volte all’anno: il 21 giugno, inizio dell’estate, quando il sole determina il giorno più lungo, e il 21 dicembre, quando inizia l’inverno e la notte è la più lunga dell’anno rispetto alle ore di luce. Invece il primo giorno di primavera è detto anche equinozio , dal latino: equus nox , letteralmente uguale notte. l’equinozio è il momento in cui il sole, transitando sull’equatore, rende i giorni uguali alle notti in tutti i paesi della terra. Questo fenomeno avviene solo due giorni all’anno: il 21 marzo, primo giorno di primavera, e il 21 settembre, primo giorno d’autunno.
Il Sole e il suo simbolo, il fuoco, sono al centro di tutte le religioni delle antiche civiltà e rappresentano le divinità positive, contrapposte a quelle tenebrose e malvagie. Astronomi e sacerdoti, quindi, all'alba della civiltà, si identificano. Altari e osservatori astronomici si confondono. Non c’è da stupirsi, quindi, se in ogni tempo e luogo il giorno del Solstizio viene celebrato con feste, falò, rituali magici e religiosi.
Questo fenomeno avviene due volte all’anno: il 21 giugno, inizio dell’estate, quando il sole determina il giorno più lungo, e il 21 dicembre, quando inizia l’inverno e la notte è la più lunga dell’anno rispetto alle ore di luce. Invece il primo giorno di primavera è detto anche equinozio , dal latino: equus nox , letteralmente uguale notte. l’equinozio è il momento in cui il sole, transitando sull’equatore, rende i giorni uguali alle notti in tutti i paesi della terra. Questo fenomeno avviene solo due giorni all’anno: il 21 marzo, primo giorno di primavera, e il 21 settembre, primo giorno d’autunno.
Il Sole e il suo simbolo, il fuoco, sono al centro di tutte le religioni delle antiche civiltà e rappresentano le divinità positive, contrapposte a quelle tenebrose e malvagie. Astronomi e sacerdoti, quindi, all'alba della civiltà, si identificano. Altari e osservatori astronomici si confondono. Non c’è da stupirsi, quindi, se in ogni tempo e luogo il giorno del Solstizio viene celebrato con feste, falò, rituali magici e religiosi.
Stonehenge |
In Gran Bretagna, a Stonehenge, sopravvivono gli imponenti ruderi di un tempio druidico: due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate. L'asse del monumento è orientato astronomicamente, con un viale di accesso al cui centro si erge un macigno detto "pietra del calcagno"(Heel Stone).
Al solstizio d'estate il Sole si leva al di sopra della Heel Stone. Pare che alcune combinazioni tra i macigni permettessero di prevedere le maree e le eclissi di Luna e di Sole secondo un ciclo di 56 anni. Stonhenge, insomma, sarebbe non solo un tempio, ma anche un calendario, un osservatorio e una calcolatrice.Tracce di culti solari si incontrano in tutto il mondo, dalla Polinesia all'Africa alle Americhe, e giungono fino ai nostri giorni: per gli eschimesi il Sole è la Vita mentre la Luna la Morte, in Indonesia il Sole si identifica con un uccello e con il potere del volo, tra le popolazioni africane primitive la pioggia è il seme fecondatore del dio Amma, il Sole, creatore della Terra. Ma facciamo qualche passo indietro.
Per gli Inca, la cui massima fioritura si ha intorno al quindicesimo secolo, la divinità Inti è il Sole, sovrano della Terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l'imperatore. Attorno a Cuzco, capitale dell'impero, sorgono i "Mojones", torri usate come "mire" per stabilire i giorni degli equinozi e dei solstizi. A Macchu Picchu, luogo sacro degli Inca, si può ancora vedere il "Torreon", una pietra semicircolare incisa per osservazioni astronomiche, e l'"Intihuatana", un orologio solare ricavato nella roccia.
Per i Maya è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell'epoca notevolmente precise.
Tra gli indiani d'America il Sole è simbolo della potenza e della provvidenza divine. Presso gli Aztechi è assimilato a un giovane guerriero che muore ogni sera e ogni mattina risorge, sconfiggendo la Luna e le stelle: per nutrirlo il popolo azteco gli sacrificava vittime umane. Leggende analoghe, anche se fortunatamente meno feroci, si trovano ancora tra le popolazioni primitive nostre contemporanee. Gli stessi Inuit (eschimesi) ritenevano fino a poco tempo fa che il Sole durante la notte rotolasse sotto l'orizzonte verso nord e di qui diffondesse la pallida luce delle aurore boreali: convinzione ingenua, ma non poi tanto sbagliata, visto che oggi sappiamo come le aurore polari siano proprio causate da sciami di particelle nucleari proiettate nello spazio ad altissima energia dalle regioni di attività solare.
Tutto il culto degli antichi Egizi è dominato dal Sole, chiamato Horus o Kheper al mattino quando si leva, Ra quando è nel fulgore del meriggio e Atum quando tramonta. Eliopoli, la città del Sole, era il luogo sacro all'astro del giorno, il tempio di Abu Simbel, fatto costruire da Ramses II nel tredicesimo secolo avanti Cristo, era dedicato al culto del Sole.
Secondo la cosmologia egizia il Nilo era il tratto meridionale di un grande fiume che circondava la Terra e che, verso nord, scorreva nella valle di Dait, immersa nell'eterna notte. “Il fiume - scrive Dreyer nella sua classica "Storia dell'astronomia da Talete a Keplero - trasportava una imbarcazione su cui era un disco di fuoco, il Sole, un dio vivente chiamato Ra, che nasceva ogni mattino, cresceva e acquistava vigore fino a mezzogiorno, quindi passava su un'altra barca che lo portava fino all'ingresso per Dait; di qui altre barche (su cui siamo meno informati) lo portavano durante la notte sino alla porta dell'oriente. In tempi più tardi il libro "Am Duat" o "Libro dell'oltremondo", racconta accuratamente il viaggio del dio Sole durante le dodici ore notturne, quando egli illumina successivamente dodici separate località dell'oltremondo. A volte, durante le ore diurne, la barca è assalita da un enorme serpente: allora il Sole si eclissa per breve tempo.
Si devono agli Egizi alcune delle prime precise osservazioni astronomiche solari, in base alle quali i sacerdoti del faraone prevedevano le piene del Nilo e programmavano i lavori agricoli. Le piramidi sono disposte secondo orientamenti astronomici, stellari e solari. Gli obelischi erano essenzialmente degli gnomoni, che con la loro ombra scandivano le ore e le stagioni. Gli orologi solari erano ben noti e ne esistevano diversi tipi, alcuni dei quali portatili, a forma di T o di L, chiamati "merket": il faraone Thutmosis III, vissuto dal 1501 al 1448 avanti Cristo, viaggiava sempre con la sua piccola meridiana, come noi con il nostro orologio da polso. La prima comparsa di Sirio, la stella pi— luminosa del cielo, all'alba, in estate, era per gli Egizi il punto di riferimento fondamentale del calendario. Il loro anno era di 365 giorni esatti, ma sapevano già che in realtà la sua durata è maggiore di circa sei ore, per cui avevano calcolato che nel corso di 1460 anni la data delle inondazioni del Nilo faceva una completa rotazione del calendario.
Per i Sumeri, l’antica popolazione agricola della Mesopotamia (3500 - 2000 avanti Cristo), il Sole, chiamato Shamash, è il figlio di Sin, la Luna, ma stranamente non appartiene al gruppo delle divinità più importanti: dio supremo è An, "il cielo" e capo effettivo del pantheon sumero è Enlil, il signore del vento e della tempesta.
Shamash, il dio del sole, tra Ishtar (sumero: Inanna), la dea della fecondità e della bellezza; Ninurta, dio della pioggia, della fertilità, della guerra, dei temporali, con il suo arco e il leone, ed Ea (sumero: Enki), dio dell'acqua. |
I primi e più attenti studi del movimento del Sole risalgono ai Babilonesi, subentrati ai Sumeri intorno al 2000 avanti Cristo, e si collegano alla loro complessa mitologia astrologica. Ancora più accurate furono le osservazioni dei Caldei, popolazione aramaica installatasi nel sud della Mesopotamia, dove rimase fin verso il 1000 avanti Cristo: furono i Caldei i migliori astronomi dell'antichità pre-ellenica.
La cosmologia babilonese ebbe due scuole ben differenziate, che facevano capo ai due santuari più importanti, quello di Eridu, sulla costa del Golfo Persico, e quello di Nippur, nella Mesopotamia settentrionale. Per i fedeli di Eridu l'acqua è il principio di tutte le cose, il fiume Oceano circonda il mondo e al di là di esso il dio Sole pasce i suoi armenti. Per i fedeli di Nippur al vertice della volta celeste c'è la "casa del Sole" da cui l'astro esce ogni mattina per una porta a oriente, rientrandovi a sera da una porta opposta.
La Terra era immaginata come una montagna divisa in 7 zone o in 4 quadranti. In essa si distinguevano una montagna del levar del Sole, risplendente, e una montagna oscura, dove il Sole calava. Sole, Luna e stelle erano divinità viventi, animate di moto circolare. Molte di queste idee passarono tra gli Ebrei e si ritrovano nei libri dell'Anrico Testamento.
Presso i Babilonesi l'istante del tramonto del Sole rappresentava l'inizio del giorno, che era diviso in 12 intervalli detti "kaspu".
La misura del "kaspu" era determinata dal Sole e corrispondeva a 30°, che è appunto l'arco di cielo che il Sole percorre in due ore.
Sin dai tempi più remoti il cambio di direzione che il sole compie, tra il 21 e il 22 giugno, è visto come un momento particolare e magico.
Il "sole che rotola via" è associato, in un certo senso, alla testa del San Giovanni decapitato, che nella memoria religiosa si sovrappone al sole che cambia direzione..
La trasversalità di queste tradizioni, comuni a popoli così diversi, è facilmente spiegabile. I riti e le pratiche erano basate sulla semplice osservazione dei corpi celesti; questi fenomeni erano visibili in tutte le zone del mondo, da tutte le culture.
La cosmologia babilonese ebbe due scuole ben differenziate, che facevano capo ai due santuari più importanti, quello di Eridu, sulla costa del Golfo Persico, e quello di Nippur, nella Mesopotamia settentrionale. Per i fedeli di Eridu l'acqua è il principio di tutte le cose, il fiume Oceano circonda il mondo e al di là di esso il dio Sole pasce i suoi armenti. Per i fedeli di Nippur al vertice della volta celeste c'è la "casa del Sole" da cui l'astro esce ogni mattina per una porta a oriente, rientrandovi a sera da una porta opposta.
La Terra era immaginata come una montagna divisa in 7 zone o in 4 quadranti. In essa si distinguevano una montagna del levar del Sole, risplendente, e una montagna oscura, dove il Sole calava. Sole, Luna e stelle erano divinità viventi, animate di moto circolare. Molte di queste idee passarono tra gli Ebrei e si ritrovano nei libri dell'Anrico Testamento.
Presso i Babilonesi l'istante del tramonto del Sole rappresentava l'inizio del giorno, che era diviso in 12 intervalli detti "kaspu".
La misura del "kaspu" era determinata dal Sole e corrispondeva a 30°, che è appunto l'arco di cielo che il Sole percorre in due ore.
Sin dai tempi più remoti il cambio di direzione che il sole compie, tra il 21 e il 22 giugno, è visto come un momento particolare e magico.
Il "sole che rotola via" è associato, in un certo senso, alla testa del San Giovanni decapitato, che nella memoria religiosa si sovrappone al sole che cambia direzione..
La trasversalità di queste tradizioni, comuni a popoli così diversi, è facilmente spiegabile. I riti e le pratiche erano basate sulla semplice osservazione dei corpi celesti; questi fenomeni erano visibili in tutte le zone del mondo, da tutte le culture.
San Giovanni Battista |
La religione cattolica divenne ben presto conscia dell'importanza di questo periodo e dei festeggiamenti a esso associati, e ai riti pagani sovrastò le proprie celebrazioni. Da qui il solstizio d'estate è diventato la festa di San Giovanni il Battista, che sarebbe nato esattamente sei mesi prima di Cristo.
Il 25 dicembre, giorno in cui il sole ricomincia la sua corsa dopo il solstizio d'inverno, coincide invece con il Natale.
In molte zone d'Italia ancora oggi si svolgono riti e feste di origine pagana, che la Chiesa ha cercato di cancellare, non riuscendoci completamente, perché tali credenze sono radicate nelle usanze popolari. Così oggi, nella festa di San Giovanni, si svolgono delle celebrazioni con questa strana mescolanza di elementi sacri e profani.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro perchè, come dice il detto, " San Giovanni non vuole inganni".
Il 25 dicembre, giorno in cui il sole ricomincia la sua corsa dopo il solstizio d'inverno, coincide invece con il Natale.
In molte zone d'Italia ancora oggi si svolgono riti e feste di origine pagana, che la Chiesa ha cercato di cancellare, non riuscendoci completamente, perché tali credenze sono radicate nelle usanze popolari. Così oggi, nella festa di San Giovanni, si svolgono delle celebrazioni con questa strana mescolanza di elementi sacri e profani.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro perchè, come dice il detto, " San Giovanni non vuole inganni".
La festa di San Giovanni è una festa solstiziale, una celebrazione legata intimamente alle credenze pagane, pre-cristiane, ed al periodo della raccolta delle piante e delle erbe da usare nelle operazioni magiche.
"Notte di Solstizio" brano degli Antica Tradizione.
lunedì 20 giugno 2011
CICCHITTO-QUAGLIARIELLO: Presentato a Camera e Senato il disegno di legge per le primarie.
"Abbiamo presentato in entrambi i rami del Parlamento un disegno di legge per disciplinare le elezioni primarie per la scelta dei candidati alle cariche monocratiche per le quali il nostro ordinamento prevede l’elezione diretta: sindaco, presidente della provincia, presidente della regione".
Lo hanno annunciato in una dichiarazione congiunta Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello, capogruppo del Pdl alla Camera e vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato. "Il testo prevede che le primarie, per i partiti o le coalizioni che intendano avvalersene, abbiano luogo entro il sessantesimo giorno antecedente alle elezioni. Possono votare e candidarsi alle primarie gli iscritti al partito (o a uno dei partiti che compongono la coalizione) e i cittadini sostenitori che siano residenti nel territorio interessato dall’elezione e che abbiano provveduto ad aderire a un apposito registro dei sostenitori almeno sessanta giorni prima dello svolgimento delle primarie. Tale prescrizione temporale, in combinato disposto con la norma che prevede la presentazione delle candidature tra il quarantesimo e il trentesimo giorno precedente alla consultazione, è finalizzata a scongiurare il rischio di risultati falsati o inquinati. Un organismo pubblico, nella fattispecie la cancelleria del tribunale territorialmente competente, verifica la regolarità degli elenchi degli aventi diritto al voto e si accerta che nessun cittadino sia contemporaneamente iscritto a più di un elenco per la medesima scadenza elettorale. Ogni partito o coalizione che promuove elezioni primarie si dota infine di un regolamento e di una commissione elettorale relativa all’ambito territoriale interessato".
TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE
Articolo 1- Per la designazione dei candidati alle cariche monocratiche per le quali è prevista l’elezione diretta - presidente di regione, di provincia e sindaco -, i partiti e le coalizioni possono svolgere elezioni primarie dirette, organizzate secondo le disposizioni di cui alla presente legge. Le elezioni primarie, di cui al comma 1, hanno luogo entro il sessantesimo giorno antecedente la prima data utile per il rinnovo degli organi indicati. In caso di elezioni anticipate, il decreto di convocazione dei comizi elettorali stabilisce la data delle elezioni anteponendo un periodo di almeno quarantacinque giorni a quello previsto dalle norme vigenti per gli adempimenti relativi alla presentazione delle liste e allo svolgimento della campagna elettorale, al fine di consentire l espletamento delle elezioni primarie che dovranno tenersi entro il quarantacinquesimo giorno antecedente la data delle elezioni.
Articolo 2 - Alle elezioni primarie si applicano tutte le norme vigenti in materia di elezioni e reati elettorali in quanto compatibili.
Articolo 3 - Hanno diritto elettorale attivo e passivo gli iscritti al partito e cittadini sostenitori del partito che siano residenti nel territorio interessato al procedimento elettorale. Sono sostenitori i cittadini che si iscrivono nel registro dei sostenitori del partito organizzatore delle elezioni primarie. In caso di elezioni primarie di coalizione i cittadini debbono essere iscritti ad almeno uno dei partiti della coalizione organizzatrice ovvero essere iscritti al registro dei sostenitori di almeno uno dei medesimi partiti. E’ vietato partecipare ad elezioni primarie organizzate da due o piu’ partiti o coalizioni di partiti in vista della medesima scadenza elettorale.
sabato 18 giugno 2011
INTERVISTA A GIORGIA MELONI: PRIMARIE PER IL PDL E CONGRESSO GIOVANE ITALIA AL PIU’ PRESTO.
di Chris Grasso
Primarie e riorganizzazione del Partito, senza dimenticare il movimento giovanile; ma anche uno sguardo al mercato del lavoro e agli esempi seguire per le nuove generazioni. Sono solo alcuni degli argomenti presenti in questa intervista, concessaci da Giorgia Meloni, Ministro della Gioventù.
IL MINISTRO DELLA GIOVENTU’, A SENTIRE L’OPINIONE DELLA GENTE, E’ FRA QUELLI CHE, NELL’ATTUALE GOVERNO, HA LAVORATO MEGLIO. SI SENTE DI CONDIVIDERE TALE OPINIONE?
L’unica valutazione che ha senso fare, soprattutto quando si parla di lavoro svolto in favore dei giovani, è quella sul lavoro svolto dal Governo nel suo complesso. Le vittorie di questo esecutivo in favore dei giovani sono anche vittorie dei miei colleghi, e comunque non ragiono mai come se stessi compilando una classifica.
TANTI PROGETTI FINANZIATI A FAVORE DEI GIOVANI IN QUESTI ANNI. MA PERCHE’ QUESTA GENERAZIONE FATICA COSI’ TANTO A TROVARE LAVORO?
Perché questa generazione paga decenni di scelte scellerate della politica, compiute negli anni belli dell’economia, da governi che non si curavano di chi avrebbe dovuto poi pagare il conto di quelle scelte disastrose negli anni a venire. Inoltre non si lavora abbastanza sull’orientamento: se i ragazzi fossero meglio preparati ed orientati all’accesso alle facoltà universitarie, saprebbero ad esempio che, oggi, ad un anno dal conseguimento della laurea di secondo livello, il tasso di disoccupazione è del 33,3% per gli avvocati, e chi lavora ha uno stipendio medio netto di 958 euro, mentre invece è addirittura dello 0% per infermieri e ostetriche, e chi lavora ha uno stipendio medio netto di 1.637 euro. Ma se questi dati non si conoscono, è facile che siano in molti a “perdere la bussola” a metà percorso, spaventati da una realtà che non conoscevano.
E, soprattutto, occorre colmare il vuoto rappresentato dall’assoluta mancanza di dialogo tra mondo della formazione e mondo del lavoro: è quello che stiamo cercando di fare come Ministero della Gioventù attraverso il progetto Campus Mentis, che mette a contatto ogni anno i migliori neolaureati italiani con le più grandi aziende che operano sul territorio nazionale.
MA A CHI SI E’ ISPIRATA GIORGIA MELONI NEL PROCESSO DI CRESCITA POLITICA E PERSONALE?
Non mi sono ispirata ad una persona, ma ad un’idea, quella di comunità. Bisogna ricordarsi sempre che non si rappresenta solo se stessi, ma tutti quelli che hanno disegnato la strada sulla quale si cammina. Se proprio devo fare qualche nome, farò quello di tutti coloro che nella storia d’Italia non hanno mai piegato la testa, da Goffredo Mameli a Paolo Borsellino.
LEI HA INIZIATO DA GIOVANISSIMA A FARE POLITICA. COSA CONSIGLIA A CHI STA MUOVENDO OGGI I PRIMI PASSI IN POLITICA, APPUNTO?
Di non considerare mai la politica come un mestiere, un lavoro come un altro buono per dare uno stipendio. La politica non è una carriera, ma la più bella forma di impegno sociale che possa esistere.
PARLIAMO DEL PDL. COSA NE PENSA DELL’IDEA DELLE PRIMARIE?
Sono sempre stata favorevole a tutte le forme di partecipazione attiva alla politica e alla vita dei partiti. Sono d’accordo di aprire alle primarie per la scelta dei candidati alle amministrative, così come auspico per il Pdl l’indizione di congressi aperti per la scelta dei dirigenti nazionali, con tessera ad un euro e possibilità per tutti di iscriversi fino al giorno precedente il congresso. E, soprattutto, credo sia fondamentale una modifica dell’attuale legge elettorale affinché si consenta ai cittadini di scegliere coloro che saranno chiamati a rappresentarli in parlamento.
QUALI SONO, A SUO GIUDIZIO, LE PRIORITA’ PER L’ITALIA DURANTE I PROSSIMI DUE ANNI DI GOVERNO?
Una riforma fiscale che guardi soprattutto ai giovani e alle famiglie, interventi in favore di welfare e occupazione, e una seria riforma dell’architettura istituzionale per rendere più efficaci le risposte e più credibile la politica.
CAPITOLO POLITICA GIOVANILE. QUANDO TERMINERA’ LA FASE DI TRANSIZIONE DELLA GIOVANE ITALIA? COME SARA’ RIORGANIZZATA? CI SARANNO CONGRESSI O PRIMARIE? La riorganizzazione del movimento giovanile è strettamente legata a quella del Pdl. Stiamo lavorando per fare un congresso nel minor tempo possibile.
INFINE. POSSIAMO CHIEDERLE UN’ANTICIPAZIONE SUI PROSSIMI PROGETTI DEL SUO MINISTERO?
Sono tutti concentrati sulle tematiche cui facevo accenno relativamente ai punti focali della riforma fiscale, e sull’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo per abbassare l’età necessaria per accedere in parlamento. L’obiettivo di quest’ultima proposta non è di riempire il parlamento di diciottenni, ma di colmare quel divario insensato che ci allontana dal resto d’Europa, che impedisce a tanti giovani di avere piena cittadinanza, di essere eletti pur potendo eleggere.
Primarie e riorganizzazione del Partito, senza dimenticare il movimento giovanile; ma anche uno sguardo al mercato del lavoro e agli esempi seguire per le nuove generazioni. Sono solo alcuni degli argomenti presenti in questa intervista, concessaci da Giorgia Meloni, Ministro della Gioventù.
IL MINISTRO DELLA GIOVENTU’, A SENTIRE L’OPINIONE DELLA GENTE, E’ FRA QUELLI CHE, NELL’ATTUALE GOVERNO, HA LAVORATO MEGLIO. SI SENTE DI CONDIVIDERE TALE OPINIONE?
L’unica valutazione che ha senso fare, soprattutto quando si parla di lavoro svolto in favore dei giovani, è quella sul lavoro svolto dal Governo nel suo complesso. Le vittorie di questo esecutivo in favore dei giovani sono anche vittorie dei miei colleghi, e comunque non ragiono mai come se stessi compilando una classifica.
TANTI PROGETTI FINANZIATI A FAVORE DEI GIOVANI IN QUESTI ANNI. MA PERCHE’ QUESTA GENERAZIONE FATICA COSI’ TANTO A TROVARE LAVORO?
Perché questa generazione paga decenni di scelte scellerate della politica, compiute negli anni belli dell’economia, da governi che non si curavano di chi avrebbe dovuto poi pagare il conto di quelle scelte disastrose negli anni a venire. Inoltre non si lavora abbastanza sull’orientamento: se i ragazzi fossero meglio preparati ed orientati all’accesso alle facoltà universitarie, saprebbero ad esempio che, oggi, ad un anno dal conseguimento della laurea di secondo livello, il tasso di disoccupazione è del 33,3% per gli avvocati, e chi lavora ha uno stipendio medio netto di 958 euro, mentre invece è addirittura dello 0% per infermieri e ostetriche, e chi lavora ha uno stipendio medio netto di 1.637 euro. Ma se questi dati non si conoscono, è facile che siano in molti a “perdere la bussola” a metà percorso, spaventati da una realtà che non conoscevano.
E, soprattutto, occorre colmare il vuoto rappresentato dall’assoluta mancanza di dialogo tra mondo della formazione e mondo del lavoro: è quello che stiamo cercando di fare come Ministero della Gioventù attraverso il progetto Campus Mentis, che mette a contatto ogni anno i migliori neolaureati italiani con le più grandi aziende che operano sul territorio nazionale.
MA A CHI SI E’ ISPIRATA GIORGIA MELONI NEL PROCESSO DI CRESCITA POLITICA E PERSONALE?
Non mi sono ispirata ad una persona, ma ad un’idea, quella di comunità. Bisogna ricordarsi sempre che non si rappresenta solo se stessi, ma tutti quelli che hanno disegnato la strada sulla quale si cammina. Se proprio devo fare qualche nome, farò quello di tutti coloro che nella storia d’Italia non hanno mai piegato la testa, da Goffredo Mameli a Paolo Borsellino.
LEI HA INIZIATO DA GIOVANISSIMA A FARE POLITICA. COSA CONSIGLIA A CHI STA MUOVENDO OGGI I PRIMI PASSI IN POLITICA, APPUNTO?
Di non considerare mai la politica come un mestiere, un lavoro come un altro buono per dare uno stipendio. La politica non è una carriera, ma la più bella forma di impegno sociale che possa esistere.
PARLIAMO DEL PDL. COSA NE PENSA DELL’IDEA DELLE PRIMARIE?
Sono sempre stata favorevole a tutte le forme di partecipazione attiva alla politica e alla vita dei partiti. Sono d’accordo di aprire alle primarie per la scelta dei candidati alle amministrative, così come auspico per il Pdl l’indizione di congressi aperti per la scelta dei dirigenti nazionali, con tessera ad un euro e possibilità per tutti di iscriversi fino al giorno precedente il congresso. E, soprattutto, credo sia fondamentale una modifica dell’attuale legge elettorale affinché si consenta ai cittadini di scegliere coloro che saranno chiamati a rappresentarli in parlamento.
QUALI SONO, A SUO GIUDIZIO, LE PRIORITA’ PER L’ITALIA DURANTE I PROSSIMI DUE ANNI DI GOVERNO?
Una riforma fiscale che guardi soprattutto ai giovani e alle famiglie, interventi in favore di welfare e occupazione, e una seria riforma dell’architettura istituzionale per rendere più efficaci le risposte e più credibile la politica.
CAPITOLO POLITICA GIOVANILE. QUANDO TERMINERA’ LA FASE DI TRANSIZIONE DELLA GIOVANE ITALIA? COME SARA’ RIORGANIZZATA? CI SARANNO CONGRESSI O PRIMARIE? La riorganizzazione del movimento giovanile è strettamente legata a quella del Pdl. Stiamo lavorando per fare un congresso nel minor tempo possibile.
INFINE. POSSIAMO CHIEDERLE UN’ANTICIPAZIONE SUI PROSSIMI PROGETTI DEL SUO MINISTERO?
Sono tutti concentrati sulle tematiche cui facevo accenno relativamente ai punti focali della riforma fiscale, e sull’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo per abbassare l’età necessaria per accedere in parlamento. L’obiettivo di quest’ultima proposta non è di riempire il parlamento di diciottenni, ma di colmare quel divario insensato che ci allontana dal resto d’Europa, che impedisce a tanti giovani di avere piena cittadinanza, di essere eletti pur potendo eleggere.
giovedì 16 giugno 2011
XXXII anniversario della morte di Francesco Cecchin.
Oggi ricorre il XXXII anniversario della morte di Francesco Cecchin, giovane militante del Fronte della Gioventù, assassinato durante gli anni di Piombo. Il suo impegno e la sua passione per la politica lo resero nemico ai molti che odiavano la voglia di cambiamento e di riscatto che animava i giovani militanti del Fronte della Gioventù, quando ogni giorno cambattevano nelle scuole, nelle università e nei quartieri per restituire dignità alla nostra amata Italia.
FRANCESCO CECCHIN: PRESENTE!
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... Ma noi non ti dimentichiamo
di Roberta Angelilli.
Da questa mattina il giardino di piazza Vescovio sarà intitolato a Francesco Cecchin. Francesco era, come tanti suoi coetanei, un ragazzo impegnato in politica, nel Fronte della Gioventù. Più volte minacciato da attivisti di sinistra mentre affiggeva manifesti, una sera, mentre passeggiata con la sorella, fu inseguito, aggredito e scaraventato da un muro altro tre metri. Francesco è morto il 16 giugno del 1979, a soli 17 anni, dopo un’agonia di settimane. Le indagini furono tardive e piene di omissioni, e di conseguenza il processo che ne seguì non ha reso né verità, né giustizia. A pochi metri dal luogo in cui fu ritrovato il corpo agonizzante di Francesco, ora vi è un luogo dedicato al ricordo e alla riflessione. Una tappa importante, frutto di un percorso della memoria che, al di là dell’appartenenza politica, deve rimanere patrimonio condiviso di pacificazione di tutta la città di Roma, che negli anni di piombo pagò un prezzo di sangue altissimo. Tante sono le strade, le vie e i giardini dedicati a giovani vite spezzate dalla violenza politica. Un tributo doveroso, un gesto di partecipazione verso le famiglie e un monito per le giovani generazioni, affinché non dimentichino e imparino che il confronto politico non può mai degenerare nell’odio e nell’annientamento dell’avversario.
Proprio per questo è inaccettabile l’appello lanciato da un presunto gruppo di intellettuali di sinistra, capitanati dall’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, contro l’intitolazione del giardino a Cecchin. Perché tanto astio? Perché strumentalizzare politicamente un atto dovuto di umanità e di ricordo? Evidentemente questi presunti intellettuali di sinistra solo dei paladini dell’intolleranza e della faziosità, che non riescono a fare i conti con la storia, che non hanno ancora compreso il valore della parola “pacificazione”. Rimandiamo al mittente questa penosa e sterile polemica e affidiamo agli abitanti del quartiere e della città la memoria di Francesco.
Da questa mattina il giardino di piazza Vescovio sarà intitolato a Francesco Cecchin. Francesco era, come tanti suoi coetanei, un ragazzo impegnato in politica, nel Fronte della Gioventù. Più volte minacciato da attivisti di sinistra mentre affiggeva manifesti, una sera, mentre passeggiata con la sorella, fu inseguito, aggredito e scaraventato da un muro altro tre metri. Francesco è morto il 16 giugno del 1979, a soli 17 anni, dopo un’agonia di settimane. Le indagini furono tardive e piene di omissioni, e di conseguenza il processo che ne seguì non ha reso né verità, né giustizia. A pochi metri dal luogo in cui fu ritrovato il corpo agonizzante di Francesco, ora vi è un luogo dedicato al ricordo e alla riflessione. Una tappa importante, frutto di un percorso della memoria che, al di là dell’appartenenza politica, deve rimanere patrimonio condiviso di pacificazione di tutta la città di Roma, che negli anni di piombo pagò un prezzo di sangue altissimo. Tante sono le strade, le vie e i giardini dedicati a giovani vite spezzate dalla violenza politica. Un tributo doveroso, un gesto di partecipazione verso le famiglie e un monito per le giovani generazioni, affinché non dimentichino e imparino che il confronto politico non può mai degenerare nell’odio e nell’annientamento dell’avversario.
Proprio per questo è inaccettabile l’appello lanciato da un presunto gruppo di intellettuali di sinistra, capitanati dall’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, contro l’intitolazione del giardino a Cecchin. Perché tanto astio? Perché strumentalizzare politicamente un atto dovuto di umanità e di ricordo? Evidentemente questi presunti intellettuali di sinistra solo dei paladini dell’intolleranza e della faziosità, che non riescono a fare i conti con la storia, che non hanno ancora compreso il valore della parola “pacificazione”. Rimandiamo al mittente questa penosa e sterile polemica e affidiamo agli abitanti del quartiere e della città la memoria di Francesco.
mercoledì 15 giugno 2011
Imbrattate con delle scritte le mura del Santuario della Madonna della Difesa.
Santuario Madonna della Difesa |
Di recente sono state imbrattate, con delle scritte le mura del Santuario della Madonna della Difesa.
Il santuario situato su un colle a poche centinaia di metri fuori il centro abitato, con la nostra campagna che gli fa da cornice, già un anno e mezzo fa è stato oggetto di sacrileghi gesti con la rottura dei vetri della porta.
Le scritte da quanto si legge non sono offensive, ma sono delle dediche amorose che certamente non giustificano l’indecoroso atto.
Il Santuario oltre ad essere simbolo religioso e spirituale, è simbolo della nostra Storia e Tradizione. Sin da tempi remoti i nostri Padri si sono rivolti alla Vergine Santa nell’ora del bisogno, salvando così la nostra comunità in varie occasioni.
Il luogo, purtroppo, negli ultimi tempi, ha assunto due vite parallele, una spirituale e un’altra mondana.
Di giorno i fedeli si recano a pregare la Madonna della Difesa, (soprattutto nel mese di Maggio) o a fare pulizie nel santuario, mentre al tramonto del sole è luogo di bivacco di ogni genere; dai classici appuntamenti di coppia agli appuntamenti di “fumo” ed alcol.
Tutto questo è un’indecenza, specie per quello che rappresenta il luogo.
Da un anno manca l’illuminazione esterna, e col favore delle tenebre questi vengono agevolati nel compiere i loro atti sfrenati, e come se non bastasse lasciano tutto a terra, poiché è stato rimosso il cassone dei rifiuti
Come militanti della Giovane Italia ci rivolgiamo al Parroco ed al Sindaco, i quali in collaborazione, pongano fine a tutto ciò, rimuovendo in primis le scritte indecorose e ristrutturando le pareti esterne ormai usurate dal tempo, ripristinando l’illuminazione esterna e riportando il cassone dei rifiuti.
Inoltre, chiediamo di munire il santuario di sistemi di sicurezza così da renderlo più sicuro anche per salvaguardare l’effige della Vergine Santa.
Speriamo vivamente che le nostre istanze vengano, accolte poiché riteniamo indecente tutto quello che è successo fino ad oggi, riconsegnando così ai fedeli un luogo più dignitoso ove poter vivere la propria spiritualità e devozione nei confronti della Vergine Maria.
Presidente Circolo “Paolo Di Nella” Scandale
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Ubicazione:
88831 Scandale KR, Italia
martedì 14 giugno 2011
Giovane Italia Crotone: Grande soddisfazione per il risultato del referendum.
esprimono grande soddisfazione per il risultato del referendum che ha definitivamente deciso quale sarà il futuro del nostro Paese; un risultato che ha sancito in maniera chiara il volere dei cittadini e il loro amore per la loro terra.
Era di fondamentale importanza recarsi e votare i tre SI perché i temi oggetto del referendum erano tutti importantissimi per il nostro futuro. Il superamento del quorum ha rappresentato il raggiungimento di un risultato per nulla facile.
Nonostante il silenzio del PdL locale sui temi in oggetto la partecipazione popolare dei crotonesi, seppure bassa, ha comunque confermato la volontà dei cittadini di essere parte attiva nelle scelte determinanti per il proprio futuro. Riteniamo che su temi così importanti un grande partito non possa lasciare libertà di coscienza ma debba necessariamente prendere una posizione chiara che sia da guida per il popolo.
La Giovane Italia insieme al comitato “La Gioventù che vince” ha, quindi, saputo interpretare l’orgoglio e il comune sentimento popolare ribadendo che non si fanno profitti su beni essenziali per la vita come l’acqua e su tematiche importanti per il nostro futuro (vedi nucleare).. Ancora una volta è la giovane destra ad interpretare il pensiero del popolo. Questo successo ci esorta a continuare con più forza la nostra battaglia per un futuro pulito, sicuro e partecipato.
Fabio Federico
Presidente Provinciale
Giovane Italia Crotone
domenica 12 giugno 2011
REFERENDUM: Tre SI' e sul legittimo impedimento non ritiro scheda.
On Fabio Rampelli (Pdl) |
Rampelli sottolinea che "i referendum non sono di destra o di sinistra. Le elezioni le abbiamo fatte 15 giorni fa. Questa è un'altra storia". E a proposito del nucleare sottolinea: "L'Italia - prosegue Rampelli - può essere la nazione capofila del risparmio e dell'efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e della ricerca sul nucleare pulito. Arrivare per primi sull'energia del futuro sarebbe come vincere la Terza guerra mondiale. Il nucleare è vecchio, è finito. Se la Germania, paese più industrializzato d'Europa, rinuncia all'atomo significa che il futuro è altrove".
Sull’acqua: “Noi non siamo contrari alla presenza dei privati, ma deve essere discreta e compatibile con l’importanza di un bene pubblico e inalienabile. Il pubblico deve essere predominante per evitare speculazioni”. Sul legittimo impedimento: “diciamo di non ritirare la scheda perchè il legittimo impedimento appare inutile e superato”. Rampelli non teme che raggiungimento del quorum e vittoria del sì possa rappresentare un’altra spallata al Governo. “Siamo già stati sconfitti alle amministrative – osserva Rampelli – una sconfitta benefica, perché ci stiamo rimettendo in modo. Noi dobbiamo pensare alle generazioni future, fare la nostra strada e non rincorrere gli altri”.
venerdì 10 giugno 2011
Cesare Battisti: Meloni, la decisione della Corte brasiliana è l'ennesima umiliazione alle vittime e alle loro famiglie.
La decisione dei giudici supremi brasiliani di non avallare l’estradizione di un criminale come Battisti, così come quella dell’allora presidente Lula, è stata l’ennesima umiliazione inferta alle famiglie delle sue vittime. Non solo: le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso rappresentano uno schiaffo alle istituzioni italiane, un atto indegno di una nazione civile e democratica. Il Governo continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere, anche in seno alla UE, per far sì che un volgare assassino che sinora ha mascherato i suoi delitti dietro la lotta politica possa essere finalmente consegnato alle patrie galere, scontando finalmente il suo debito con il popolo italiano.
Abbiamo lavorato molto affinché l’opinione pubblica e le massime autorità brasiliane comprendessero finalmente che la figura di Battisti non è quella di un perseguitato politico, e nemmeno di un politico, ma di un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent’anni ma alla fine una vergognosa retorica politica ha avuto la meglio sulla giustizia.
Accogliendo favorevolmente la risoluzione bipartisan degli europarlamentari italiani sull’estradizione dell’assassino Battisti, anche l’Europa aveva deciso di far sentire con una sola voce le ragioni della giustizia e della legalità, ma nemmeno questo è bastato a convincere i giudici brasiliani.
Nonostante quanto avvenuto non smetteremo mai di pretendere che sia fatta giustizia per tutte le vittime della violenza politica, né smetteremo di batterci fino a quando assassini ripuliti del calibro di Cesare Battisti non salderanno il loro conto con l’Italia.
Scendiamo in piazza contro un inaccettabile vilipendio della giustizia, contro la vergognosa retorica politica di giudici miopi e sedicenti intellettuali che difendono i criminali comuni e li elevano a martiri, e contro l'ennesimo insulto alle vittime di una mano assassina. Ma soprattutto vogliamo far sapere alle massime autorita' del Brasile che i giovani italiani non avranno pace finchè assassini come Cesare Battisti non pagheranno il loro debito di giustizia con la nazione.
Cosi' il presidente nazionale della Giovane Italia, Giorgia Meloni, illustra le motivazioni sulla manifestazione di protesta che questa mattina, alle 10.30, ragazze e ragazzi della Giovane Italia insceneranno in piazza Navona, dinanzi all'ambasciata del Brasile.
Abbiamo lavorato molto affinché l’opinione pubblica e le massime autorità brasiliane comprendessero finalmente che la figura di Battisti non è quella di un perseguitato politico, e nemmeno di un politico, ma di un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent’anni ma alla fine una vergognosa retorica politica ha avuto la meglio sulla giustizia.
Accogliendo favorevolmente la risoluzione bipartisan degli europarlamentari italiani sull’estradizione dell’assassino Battisti, anche l’Europa aveva deciso di far sentire con una sola voce le ragioni della giustizia e della legalità, ma nemmeno questo è bastato a convincere i giudici brasiliani.
Nonostante quanto avvenuto non smetteremo mai di pretendere che sia fatta giustizia per tutte le vittime della violenza politica, né smetteremo di batterci fino a quando assassini ripuliti del calibro di Cesare Battisti non salderanno il loro conto con l’Italia.
Scendiamo in piazza contro un inaccettabile vilipendio della giustizia, contro la vergognosa retorica politica di giudici miopi e sedicenti intellettuali che difendono i criminali comuni e li elevano a martiri, e contro l'ennesimo insulto alle vittime di una mano assassina. Ma soprattutto vogliamo far sapere alle massime autorita' del Brasile che i giovani italiani non avranno pace finchè assassini come Cesare Battisti non pagheranno il loro debito di giustizia con la nazione.
Cosi' il presidente nazionale della Giovane Italia, Giorgia Meloni, illustra le motivazioni sulla manifestazione di protesta che questa mattina, alle 10.30, ragazze e ragazzi della Giovane Italia insceneranno in piazza Navona, dinanzi all'ambasciata del Brasile.
Sono italiano e sono indignato,
Cesare Battisti deve essere estradato!!!
giovedì 9 giugno 2011
E finisce tutto in Samba e Carnaval.
di Marcello de Angelis
Il carcere non lo auguro a nessuno, ma lo consiglio a molti. Così si espresse anni fa un leader della lotta armata di sinistra, senza nessuna volontà di fare sarcasmo. Dopo due decenni dietro le sbarre era sicuramente un altro uomo, aveva fatto i conti con se stesso, con la propria coscienza e le proprie paure.
Questa opportunità sarà negata a Cesare Battisti. Il suo storico omonimo, pur nato sotto il dominio austriaco, si arruolò nel’esercito italiano, fu processato per diserzione e tradimento e affrontò sprezzante l’impiccagione.
Il nuovo Battisti sognò come tanti la rivoluzione. Si accontentò di fare rapine, purtroppo con quattro omicidi. Fuggì in Francia, poi in Brasile.
Fa parte della categoria di chi ha gli amici giusti e non può essere trattato come gli altri.
Perché non soffra il carcere hanno fatto appello da Bernard Henry-Levy a Gabriel Garcia Marquez a Roberto Saviano (che poi ci ha ripensato perché era cattiva pubblicità).
Battisti, come Sofri, dicono scriva molto bene. Quindi, come gli uccelli canterini, sarebbe sprecato in gabbia.
Se non sai scrivere poesie e non sei amico di un ministro, in carcere puoi morire abbandonato, malato e senza clemenza.
Sarebbe bello poter guardare agli anni di piombo come una cosa sepolta nel passato.
Perché accada, ognuno deve sacrificare qualcosa di se stesso.
Forse un giorno toccherà anche a Battisti.
Il carcere non lo auguro a nessuno, ma lo consiglio a molti. Così si espresse anni fa un leader della lotta armata di sinistra, senza nessuna volontà di fare sarcasmo. Dopo due decenni dietro le sbarre era sicuramente un altro uomo, aveva fatto i conti con se stesso, con la propria coscienza e le proprie paure.
Questa opportunità sarà negata a Cesare Battisti. Il suo storico omonimo, pur nato sotto il dominio austriaco, si arruolò nel’esercito italiano, fu processato per diserzione e tradimento e affrontò sprezzante l’impiccagione.
Il nuovo Battisti sognò come tanti la rivoluzione. Si accontentò di fare rapine, purtroppo con quattro omicidi. Fuggì in Francia, poi in Brasile.
Fa parte della categoria di chi ha gli amici giusti e non può essere trattato come gli altri.
Perché non soffra il carcere hanno fatto appello da Bernard Henry-Levy a Gabriel Garcia Marquez a Roberto Saviano (che poi ci ha ripensato perché era cattiva pubblicità).
Battisti, come Sofri, dicono scriva molto bene. Quindi, come gli uccelli canterini, sarebbe sprecato in gabbia.
Se non sai scrivere poesie e non sei amico di un ministro, in carcere puoi morire abbandonato, malato e senza clemenza.
Sarebbe bello poter guardare agli anni di piombo come una cosa sepolta nel passato.
Perché accada, ognuno deve sacrificare qualcosa di se stesso.
Forse un giorno toccherà anche a Battisti.
domenica 5 giugno 2011
Angelino Alfano indicato segretario politico del Pdl.
L’Ufficio di presidenza del PDL ha indicato Angelino Alfano come segretario politico del nostro movimento.
Un Consiglio nazionale in questo mese sancirà la modifica dello Statuto che farà di Alfano ufficialmente la guida politica del Popolo della Libertà. Ai tre coordinatori Bondi, La Russa, Verdini, saranno affidate deleghe organizzative legate alla filosofia dei nostri valori, alla propaganda e all’organizzazione.
Silvio Berlusconi ha osservato che la nomina di Angelino Alfano a segretario politico nazionale del Pdl serve per ridare slancio al partito e per recuperare il consenso nell’elettorato: Alfano é giovane e ha fatto bene come ministro ed è ben voluto da tutti.
Angelino Alfano, che intende dimettersi da ministro della Giustizia, ha commentato:
"Da oggi si riparte e l’obiettivo è vincere le Politiche del 2013. Non sarà un percorso facile, ma chi ritiene di avere un percorso facile si illude. Con un sorriso ironico abbiamo preso atto che la sinistra, avendo vinto in due città - e il Pd con due candidati che non voleva - chiede le dimissioni del governo. E’ come se una squadra chiede di sospendere la partita mentre è in vantaggio al sessantacinquesimo minuto: noi contestiamo che lo siano, ma già questa cosa è paradossale ".
Nella sua intervista al Corriere della Sera, Angelino Alfano ha chiarito come intende agire. Il suo modello prevede "una terapia a base di massicce dosi di partecipazione" e dunque "primarie per tutti, per l`elezione del segretario nazionale come del segretario cittadino del più` piccolo comune d`Italia. Perciò spingerò per una rapida celebrazione dei congressi, e proporrò l`uso delle primarie per la scelta dei coordinatori come per quella dei candidati negli enti locali". Primarie per tutti, con regole certe che garantiscano una competizione reale, aperta a tutti e non decisa a tavolino dai signori delle tessere, come avveniva nei vecchi partiti della Prima Repubblica.
L’auspicio di Alfano è che "il gruppo dirigente del Pdl stabilisca la road map, tenendo presente che ogni passaggio dovrà essere funzionale a un obiettivo: il successo alle Politiche del 2013. Non vorrei che ci sforzassimo tutti di vincere il congresso e poi perdessimo le elezioni".
Come è noto, entro la fine di giugno il Consiglio nazionale del PDL ratificherà la nomina di Angelino Alfano a segretario politico, introducendo questa nuova figura nel nostro Statuto e assegnando al segretario la guida politica del Popolo della Libertà.
L’auspicio di Alfano è che "il gruppo dirigente del Pdl stabilisca la road map, tenendo presente che ogni passaggio dovrà essere funzionale a un obiettivo: il successo alle Politiche del 2013. Non vorrei che ci sforzassimo tutti di vincere il congresso e poi perdessimo le elezioni".
Come è noto, entro la fine di giugno il Consiglio nazionale del PDL ratificherà la nomina di Angelino Alfano a segretario politico, introducendo questa nuova figura nel nostro Statuto e assegnando al segretario la guida politica del Popolo della Libertà.
mercoledì 1 giugno 2011
Dopo le elezioni amministrative si apra un dibattito all’interno del PdL.
In Italia fino ai primi anni ’90 chi militava in un partito si identificava in esso. Aveva una identità che poteva essere repubblicana, comunista, democristiana o missina; ad ogni filone politico seguivano altri aspetti della vita sociale; a ciascuna identità politica corrispondeva
un’aspettativa di militanza sindacale, cooperativa, di associazionismo culturale o di piccola impresa. Nessuna di quelle identità si manifesta più come forza politica organizzata. Ora ci sono appartenenze in contenitori più ampi, la cui identità è labile, con collegamenti con la società civile organizzata assolutamente asimmetrici.
Il tombale silenzio che accompagna in queste ore la sconfitta del Pdl nelle elezioni amministrative a Crotone e provincia rispecchia, più di qualsiasi dichiarazione di facciata, la grave difficoltà in cui si dibattono i leader locali di un partito ormai abituato a vincere (vedi provinciali 2009 e regionali 2010).
Come giovani militanti proviamo sgomento su come è ridotto il Popolo della libertà. Un partito che era un motore trainante e i propri iscritti erano fieri di farne parte. Nessuno dopo la vittoria alle provinciali ha cercato di costruire il partito; nessuno ha compilato un progetto a medio e lungo termine che potesse portare il PdL ad essere l’anima del centrodestra. È tempo di rifondare il PdL e di riprendere l’iniziativa politica. Il partito più grande dello scenario politico italiano non può vivere di luce riflessa e soprattutto non può giocare in difesa. Deve andare all’attacco, tornare alla luce, accantonare chi non è affidabile o credibile e rigenerarsi. Deve dotarsi di una linea, una nuova leadership, possibilmente giovane, e avviare un processo per individuare una nuova classe dirigente che possa occupare ruoli importanti. Non possiamo più assistere inermi o lagnosi al degrado della politica, all’invocazione continua di alleanze per unire i diversi nella assurda convinzione che coalizzando le debolezze nasca una forza. Se le debolezze non hanno un vero collante, un leader riconosciuto e un’idea forte non producono alcuna forza, moltiplicano solo la debolezza.
Occorre un salto generazionale e un rilancio forte; bisogna pensare al rilancio della politica, nel senso più alto della parola. Ci aspettano anni difficili, è l’anno zero del centro destra crotonese, le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane segneranno inevitabilmente le sorti del nostro partito.
Il tombale silenzio che accompagna in queste ore la sconfitta del Pdl nelle elezioni amministrative a Crotone e provincia rispecchia, più di qualsiasi dichiarazione di facciata, la grave difficoltà in cui si dibattono i leader locali di un partito ormai abituato a vincere (vedi provinciali 2009 e regionali 2010).
Come giovani militanti proviamo sgomento su come è ridotto il Popolo della libertà. Un partito che era un motore trainante e i propri iscritti erano fieri di farne parte. Nessuno dopo la vittoria alle provinciali ha cercato di costruire il partito; nessuno ha compilato un progetto a medio e lungo termine che potesse portare il PdL ad essere l’anima del centrodestra. È tempo di rifondare il PdL e di riprendere l’iniziativa politica. Il partito più grande dello scenario politico italiano non può vivere di luce riflessa e soprattutto non può giocare in difesa. Deve andare all’attacco, tornare alla luce, accantonare chi non è affidabile o credibile e rigenerarsi. Deve dotarsi di una linea, una nuova leadership, possibilmente giovane, e avviare un processo per individuare una nuova classe dirigente che possa occupare ruoli importanti. Non possiamo più assistere inermi o lagnosi al degrado della politica, all’invocazione continua di alleanze per unire i diversi nella assurda convinzione che coalizzando le debolezze nasca una forza. Se le debolezze non hanno un vero collante, un leader riconosciuto e un’idea forte non producono alcuna forza, moltiplicano solo la debolezza.
Occorre un salto generazionale e un rilancio forte; bisogna pensare al rilancio della politica, nel senso più alto della parola. Ci aspettano anni difficili, è l’anno zero del centro destra crotonese, le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane segneranno inevitabilmente le sorti del nostro partito.
Fabrizio Zurlo
Presidente circolo “Sergio Ramelli”
Giovane Italia Crotone
Presidente circolo “Sergio Ramelli”
Giovane Italia Crotone
Fabio Federico
Presidente Provinciale
Giovane Italia Crotone
Presidente Provinciale
Giovane Italia Crotone
Umberto Caputo
Dirigente regionale
Giovane Italia Calabria
Dirigente regionale
Giovane Italia Calabria
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