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giovedì 11 febbraio 2010

LA PROVINCIA DI CROTONE RICORDA LE FOIBE, IL 12 CONVEGNO AL TEATRO APOLLO.



L’amministrazione provinciale di Crotone, presieduta da Stanislao Zurlo, intende celebrare il «Giorno del ricordo», riconosciuto con la legge 30 del marzo 2004, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Il presidente dell’ente Zurlo e l’assessore provinciale Gianluca Marino, nel corso di una conferenza stampa hanno presentato l’iniziativa dal taglio istituzionale, organizzata in collaborazione con il Comitato 10 febbraio, in programma per venerdì 12 febbraio presso il cinema teatro Apollo di Crotone alle ore 11.30. Si tratta di un dibattito il cui scopo è stimolare la riflessione sulle foibe, su eventi che restano ancora oggi pressoché sconosciuti. "Così come il 27 gennaio scorso abbiamo ricordato la Shoah - hanno spiegato Zurlo e Marino - intendiamo ricordare le foibe. A tal proposito abbiamo pensato di promuovere un concorso rivolto agli studenti che frequentano le ultime tre classi delle scuole superiori. Il concorso dal titolo Profumo d’Italia - hanno aggiunto il presidente Zurlo e l’assessore Marino - consisterà nella produzione di un cd multimediale o altro genere di elaborato che rappresenti il proprio pensiero sulle foibe e sull’italianità negata". Al dibattito del 12 febbraio parteciperanno, oltre al presidente della Provincia ed all’assessore Marino, il sottosegretario del Ministero dell'Ambiente Roberto Menia (promotore del Giorno del ricordo), il capogruppo dell’Idv Emilio De Masi, il direttore dell’ufficio scolastico Antonio Blandino, il dirigente dell’Istituto Nautico Antonella Cosentino. A moderare il dibattito, che consentirà agli studenti di vivere un momento altamente formativo per comprendere le ragioni di quei tragici eventi, sarà il giornalista Virgilio Squillace responsabile della redazione di Crotone de "La Gazzetta del Sud".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

15000 civili massacrati dai fascisti in yugoslavia

Anonimo ha detto...

Dai documenti redatti dall'Alto Commissario Emilio Grazioli, ma anche da quelli dei generali Roatta, Robotti e Gambara, emerge un conflitto che non si limita alla repressione contro il Fronte di Liberazione, ma che parte da una diversa visione politica del rapporto tra vincitori e vinti, tra razza dominatrice e popolazione assoggettata: quindi marcatamente razzista.

Secondo il generale Orlando:
« ... è necessario eliminare: tutti i maestri elementari, tutti gli impiegati comunali e pubblici in genere (A.C., Questura, Tribunale, Finanza ecc.), tutti i medici, i farmacisti, gli avvocati, i giornalisti, ... i parroci, ... gli operai, ... gli ex-militari italiani, che si sono trasferiti dalla Venezia Giulia dopo la data suddetta. »

(gen. Orlando)

Orlando, intende l'eliminazione della massa attraverso la deportazione di migliaia di uomini nei campi di concentramento, che i comandi militari hanno aperto in Italia e in Dalmazia per sloveni e croati.

Viene anche adottata la politica dell'affamamento e della rapina, praticata dai comandanti italiani, tra gli altri il gen. Danioni che progetta di:
« Procedere alla requisizione dei raccolti lasciando ad ogni singolo proprietario il puro necessario per non morire di fame. »

(gen. Danioni)

Mario Roatta propone inoltre la deportazione: "di tutti i disoccupati e degli studenti per farne unità di lavoratori".

Inoltre viene condotta una repressione contro gli intellettuali (docenti e studenti dall'università alle scuole inferiori) essendo considerati la colonna portante del movimento partigiano.

L'11 luglio 1942 Mario Robotti scrive a Emilio Grazioli dopo le ennesime "operazioni di rastrellamento ed epurazione politica", effettuate dal 24 giugno al 1 luglio a Lubiana e nella provincia è stata attuata la deportazione nei campi di più di 5 000 uomini (tra i 16 e i 50 anni); mentre il comandante dell'XI Corpo d'Armata lamenta che:
« ...il mancato rastrellamento di donne, specialmente insegnanti di scuole medie ed elementari, che hanno notoriamente svolto e tuttora svolgono attiva opera di propaganda comunista e di assistenza ai partigiani, ha prodotto cattiva impressione. »


Nel corso di una riunione con i vertici delle Forze armate di Roma e della II Armata, tenuta a Gorizia il 31 luglio 1942, Mussolini approva le analisi e le decisioni di Roatta:
« Come avete detto è cominciato un nuovo ciclo che fa vedere gli italiani come gente disposta a tutto, per il bene del paese ed il prestigio delle forze armate ... Non vi preoccupate del disagio economico della popolazione. Lo ha voluto! Ne sconti le conseguenze ... Non sarei alieno dal trasferimento di masse di popolazioni. »

Anonimo ha detto...

Queste sono delle affermazioni mendace e pretestuose di chi non ha l'onestà iontellettuale di ammettere gli orrori del comunismo che ancora oggi perpetua.... VERGOGNA!