Sapevamo che prima o poi la
“ Maio Guglielmo srl ” sarebbe tornata alla carica. Da una parte, perché ha bisogno come il pane della mega discarica di Giammiglione, visto che quella che gestisce a Canosa di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani, è oramai prossima all’esaurimento; dall’altra, perché un invaso per rifiuti pericolosi e non pericolosi fa comodo in questo momento a tutti, soprattutto alla regione Calabria che breve potrebbe trovarsi a fronteggiare un’emergenza rifiuti che si prospetta più drammatica di quella vissuta in Campania. Non a caso, arriva proprio dal dipartimento regionale politiche dell’ambiente la convocazione dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) al progetto del gruppo abruzzese.
Un atto dovuto, a seguito della richiesta di compatibilità ambientale inoltrata il 30 luglio scorso, ma che, alla luce della particolare situazione ambientale che vive la provincia di Crotone, poteva benissimo essere congelato.
Mentre le istituzioni locali e le associazioni erano impegnate a mettersi di traverso alla discarica per rifiuti solidi urbani della Tec-Veolia- la società che gestisce il selezionatore dei rifiuti di Ponticelli –in predicato di sorgere anche questa a Giammiglione, il progetto della “ Maio Guglielmo srl” faceva il suo discorso . Il 16 novembre scorso è partita da Catanzaro la convocazione della Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’AIA. La regione ha invitato al tavolo del Dipartimento politiche dell’ambiente di viale Isonzo, Provincia, Comune, Azienda sanitaria ed Arpacal
“ al fine dell’espressione del proprio parere di competenza”.
Per la provincia si tratta di confermare il parere negativo espresso il 13 agosto scorso, gli altri dovranno pronunciarsi ex novo. La Conferenza è in programma giovedì 17 dicembre alle ore 10,30, giusto in tempo per far trovare ai crotonesi sotto l’albero di Natale, un regalo da quattromilioni e ducentomila metri cubi di rifiuti provenienti da ogni angolo del Mezzogiorno.
Il gruppo abruzzese che ha già opzionato i terreni di Giammiglione, di proprietà dell’orfanotrofio, non intenzione di mollare. Lo smaltimento dei rifiuti della bonifica fa gola a tutti, inoltre la discarica di Giammiglione è solo l’ultimo anello di una catena che parte dall’area industriale, nei pressi del torrente ponticelli. E’ lì, infatti, accanto al selezionatore dei rifiuti della Veolia, che la “ Maio “ vuole realizzare un nuovo distretto industriale della mondezza, come se non bastasse quel del gruppo Vrenna. Mondezza di qualità, quella che come la giri giri, si trasforma in oro colato: fanghi industriali, carta, vetro, plastica e multimateriali in genere, traversine ferroviarie fuori uso, fluff proveniente dalla macinazione dei veicoli.
Il distretto sorgerà in un’area di 50 mila metri quadrati, sui quali verranno lavorati qualcosa come 250 mila tonnellate di rifiuti speciali all’anno, provenienti dalla Calabria ma anche da fuori regione. La “ Maio” non fa mistero dei suoi progetti: costruire un grande impianto di smaltimento a servizio del Mezzogiorno servito dalla mega discarica di Giammiglione. Per questo motivo, nell’estate del 2008 ha chiesto al Consorzio per lo sviluppo industriale, l’assegnazione di quattro lotti per altrettanti impianti di trattamenti. Il primo lavorerà rifiuti pericolosi e non pericolosi attraverso processi d’inertizzazione con leganti idraulici; in particolare raccoglierà i fanghi inorganici provenienti dagli impianti di depurazione di tutta la Calabria, per un totale di 70 mila tonnellate all’anno, che diventeranno 80 mila dopo la fase d’inertizzazione e prenderanno la strada della discarica di Giammiglione. Il secondo impianto si occuperà di selezione e trattamento, cernita e recupero di materiali della raccolta differenziata; anche quest’impianto sarà a servizio delle industrie della regione, dalle quali dovrebbe ricevere qualcosa come 50 mila tonnellate di spazzatura all’anno.
Il terzo e quarto impianto rappresentano una novità per il territorio, nel senso che ci mancavano e finalmente e finalmente qualcuno si è deciso a prtarceli: uno riguarda il recupero delle vecchie traversine ferroviarie e del legno di scarto in genere, l’altro dei metalli presenti nel fluff; il lavorerà 50 mila tonnellate all’anno del legname, il secondo 70 mila tonnellate di fluff, cioè i residui delle frammentazioni dei veicoli fuori uso avviati alla rottamazione: dai vetri ai pneumatici, dalle guarnizioni ai profili di gomma, dai tessuti alle plastiche, ecc.
Il fluff rappresenta il 25 per cento di un’autovettura, mentre il restante è composto da materiali ferrosi. Ma anche nel fluff sono presenti metalli, quelli che la “ Maio “ ha intenzione di recuperare con il quarto impianto, capace di accogliere 70 mila tonnellate all’anno di fluff per ricavarne 3 mila di metalli e 7 mila d’altre frazioni recuperabili; il resto, 60 mila tonnellate, andrà a finire nella mega discarica di Giammiglione. Intorno al fluff si muove un altro business, che in genere cammina di pari passo con quello dei rifiuti : la produzione d’energia.
Dai Pericolosi ai solidi urbani
Siamo punto e a capo. Manifestazione di piazza e determinazioni dei Consigli Comunale e provinciale non sono servite a smorzare gli appetiti sui sessanta ettari della valle di Giammiglione, un tempo famosa per la comunità di
“ Mondo X” . Il gruppo Maio ne ha opzionato metà, mentre sull’altra metà l’ Ufficio del commissario ha posto il vincolo preordinato di esproprio per costruire la discarica rsu a servizio dell’impianto di selezione dei rifiuti di ponticelli, un invaso da un milione e 170 mila metri cubi destinato a servire mezza Calabria, in particolare il casentino.
Ma le due particelle interessano anche Syndial per la sua discarica da 1,5 milioni di metri cubi a servizio della bonifica, mentre il Consorzio per lo sviluppo industriale, la cui discarica per rifiuti pericolosi è al limite del collasso, è pronto con un altro progetto per un impianto da 2,4 milioni di metri cubi.
La discarica del gruppo Maio è stata progettata per accogliere 8 camion all’ora, circa 53 in una giornata. Ogni mezzo scaricherà 30 tonnellate di rifiuti per un totale giornaliero di 1.590 tonnellate che, moltiplicate per 220 giorni lavorativi, fanno 350.000 tonnellate: un ritmo infernale che porterà l’impianto ad esaurimento nel giro di 12 anni, se non prima, considerato che la bonifica è oramai alle porte e da sola potrebbe finire circa un terzo della materia prima.
Francesco Pedace.
Fonte: Il bisettimanale "Il Crotonese" edizione dell' 11 Dicembre 2009.