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martedì 20 dicembre 2011

Corea del Nord: morto il ‘caro leader’ del bastione comunista.


Kim Jong
L’annuncio è stato dato ieri, in lacrime, in diretta tv da una conduttrice dell’emittente di Stato alle ore 12.00 locali (le 4 del mattino in Italia). Il dittatore comunista nordcoreano Kim Jong-il – il “caro leader”, come aveva imposto di farsi chiamare dalla popolazione dell’ultimo bastione comunista, è morto sabato 17 dicembre alle ore 8 e 30 del mattino a seguito di un attacco cardiaco che lo ha colpito mentre era impegnato in un viaggio in treno. Lo riferisce l’agenzia del regime, la Kcna. Kim Jong, che aveva 69 anni ( o 70 secondo i registri d’anagrafe sovietici) era stato colpito ad agosto 2008 da un ictus ma sembrava essersi ripreso, almeno stando alla rigida propaganda statale. La stessa Kcna rende ha reso noto che funerali solenni del ‘caro leader’ si terranno a Pyongyang il 28 dicembre prossimo, con il ‘delfino’ Kim Jong-un a capo del comitato per i funerali che non vedranno la partecipazione di alcuna rappresentanza diplomatica degli altri Stati. E proprio quest’ultimo, terzogenito di 27 (o 28 anni) del defunto dittatore è stato designato alla successione. L’agenzia Kcna, nel darne la notizia, ha invitato “tutti i membri del Partito dei lavoratori, i militari e la popolazione a seguire fedelmente l’autorità del compagno Kim Jong-un”.
La scomparsa del dittatore comunista, a capo di un’autistica nazione che vive sul baratro della povertà diffusa e dell’isolamento internazionale desta allarme e apre una serie di interrogativi su scala mondiale. Soprattutto per il ruolo di potenza nucleare che la Corea del Nord ricopre nello scacchiere asiatico. Ma non solo: l’economia stessa dell’intera area asiatica potrebbe seguire seriamente lo stress del cambio di regime.
Immediate le reazioni degli Stati confinanti: la Corea del Sud ha deciso lo stato di massima allerta delle forze armate a seguito dell’annuncio della tv nordocreana. Lo rende noto l’agenzia Yonhap, secondo cui la Blue House, la presidenza sudcoreana, ha convocato “d’urgenza” il Consiglio di sicurezza nazionale. Mentre il premier giapponese, Yoshihiko Noda, ha convocato una riunione d’emergenza dell’esecutivo. Secondo i media nipponici, la prima disposizione in agenda è quella di tenere contatti “serrati” con Usa, Cina e Corea del Sud sulla vicenda, oltre che ad avviare ogni preparativo “per fronteggiare” gli scenari possibili.
Il presidente americano Barack Obama è stato immediatamente informato ed il governo Usa, come ha reso noto la Casa Bianca, sta monitorando la situazione in stretto contatto con gli alleati della Corea del Sud e del Giappone. “Noi rimaniamo impegnati alla stabilità della penisola coreana e alla libertà e sicurezza dei nostri alleati”, ha dichiarato il portavoce Jay Carney in un comunicato.
I riflettori sono ora puntati sulla successione e sull’incertezza dello scenario geopolitico ed economico.
I mercati asiatici segnano pesanti perdite dopo la notizia della morte del dittatore, con passivi superiori al 3% in apertura in tutte le Borse asiatiche. La Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi in calo dell’1,26%.
Secondo l’economista Erik Lueth, della royal Bank of Scotland, “non ci sono dubbi che si assisterà ad una volatilità dei mercati per una o due settimane”. Ma l’incertezza sul passaggio di consegne nell’ultima frontiera del comunismo reale tiene con il fiato sospeso.


L’annuncio della Tv di Stato coreana




Il successore Kim Jong -un: fonte “Euronews”

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