Libia, muore in carcere la “giornalista del Raìs” che durante la campagna d’aggressione patrocinata dall’ONU andò in televisione con la pistola per spronare i libici alla resistenza. Hala Misrati, questo il nome della giornalista, è morta in carcere, ma secondo alcune fonti sarebbe stata prima torturata fino ad arrivare a tagliarle la lingua. Forse, anche per questo, sembra avesse ad un certo momento aderito agli insorti. A mesi di distanza dalla “primavere araba” i “ragazzi della rivoluzione”, quelli del vento di cambiamento e della libertà, continuano a mietere le loro vittime.
La nota presentatrice libica pro-regime, Hala Misrati, sarebbe stata trovata morta in un carcere della capitale libica, uccisa dai membri di una delle cosidette brigate rivoluzionarie, riferisce un’emittente degli Emirati Arabi. Prima della caduta di Gheddafi la giornalista era apparsa in tv armata di pistola e poi, arrestata dai ribelli, era passata dalla loro parte.
UCCISA NEL GIORNO DELL’ANNIVERSARIO - Come riporta domenica il canale al-Arabiya, le notizie dell’uccisione della presentatrice dell’allora televisione di stato libica Jamahiriya, erano circolate nel Paese già nella giornata di sabato. Misrati sarebbe stata ammazzata il 17 febbraio, proprio in occasione del primo anniversario dell’avvio della liberazione della Libia dal regime di Gheddafi. Dalle autorità della capitale non è arrivata al momento nessuna presa di posizione ufficiale sulla morte della giornalista. Per il canale Algeria ISP si tratta invece solo di «voci prive di conferma».
STAR DELLA TV DEL RAÌS - Hala Misrati, un tempo tra le voci più forti della propaganda di Gheddafi, era apparsa in video nell’agosto scorso con una pistola in pugno e l’espressione eroica. In diretta tv aveva minacciato di usarla per difendere il regime dai «cani» di Bengasi, ovvero i ribelli alleati degli occidentali. «Ucciderò o morirò oggi con quest’arma», aveva detto Misrati davanti alle telecamere proprio mentre i ribelli stavano avanzando su Tripoli. «Non prenderete le nostre televisioni. Qui siamo tutti armati, siamo disposti a diventare dei martiri», aveva concluso. Catturata e arrestata dagli insorti la fervente seguace del Colonnello chiese scusa ai rivoluzionari del 17 febbraio, cambiò casacca e passò dalla loro parte. L’ultima volta di Hala Misrati in tv risale al 30 dicembre scorso. Era apparsa in video restando in silenzio, sventolando un foglio sui cui erano annotati solamente il giorno, il mese, l’anno. Riportava però visibili segni di percosse sul volto e secondo alcuni c’era il sospetto che alla donna fosse barbaricamente stata tagliata la lingua.
APPELLO AI RIVOLUZIONARI - In un discorso televisivo di qualche sera fa, in occasione del primo anniversario della rivolta, il premier del governo di transizione, Adbel Rahim al Kib, si è nuovamente appellato a tutti i rivoluzionari armati, perchè aderiscano al più presto all’esercito o prestino servizio presso il ministero dell’Interno del Paese: «Se non occupate voi le importanti cariche nella polizia e nell’esercito, queste resteranno libere per elementi che sono meno fedeli alla nazione». Fino ad oggi sono circa 5000 i rivoluzionari che si sono fatti avanti per prestare servizio in polizia. Altrettanti avrebbero deciso di arruolarsi nell’esercito.
Fonte: Corriere.it
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