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mercoledì 22 febbraio 2012

Madonna che silenzio c'è stasera.


Gabriele Marconi
di Gabriele Marconi (Area)

 Di questi tempi mi torna in mente il titolo di un film del 1982, con Francesco Nuti: Madonna che silenzio c’è stasera. Ma non per la trama né per l’ambientazione (anche se fa quasi tenerezza vedere le aziende tessili di Prato ancora in mano agli italiani). È proprio per il titolo, che commenta perfettamente quello che sta succedendo. Possibile che tutti quelli che fino a un paio di mesi fa urlavano e strepitavano a difesa dei diritti dei lavoratori, degli studenti o dei pensionati, adesso se ne stiano zitti e buoni e soddisfatti? Ricordate le levate di scudi per ogni riforma prospettata dal governo di centrodestra? A ogni più piccola iniziativa sembrava che stessimo per essere schiantati da un meteorite. Adesso il governo Monti si può permettere di sospendere l’articolo 18, annunciare licenziamenti, imporre nuove tasse e reintrodurre quelle vecchie, aumentare il prezzo dei carburanti… e la risposta è il silenzio.

I nuovi ministri promuovono in santa pace leggi infinitamente più dure di quelle del centrodestra, perché tanto nessuno reagisce. Dove sono adesso i sindacati che scendevano in piazza tutti i giorni contro gli “attacchi incivili” al mondo del lavoro? Dov’è adesso il mondo dell’informazione che cannoneggiava di continuo Brunetta & C. per ogni dichiarazione? Fornero, Monti e banchieri associati si permettono battute da padroni delle ferriere e i giornali non fanno nemmeno finta di accorgersene… Se l’avesse detto Tremonti che «chi si laurea a 28 anni è uno sfigato» o che «i giovani non trovano lavoro perché vogliono stare vicino a mammà», i nostri arditi mediatici avrebbero scatenato i loro colleghi della stampa internazionale e se ne sarebbe parlato finanche al tg degli esquimesi…

Dicevano che Berlusconi controllava l’informazione e così c’è scritto pure nei manuali di storia per le scuole, eppure - a prescindere dai suoi errori - è stato l’attacco dei mass media ad abbatterlo. E allora dov’era questo presunto controllo? L’abbiamo scritto tante volte su queste pagine: la realtà che conosciamo è quella che ci comunicano. Ma allora, come facevano tutti a sapere che Berlusconi controllava l’informazione? Lo comunicava lui stesso? La risposta è ovvia e matematica: no. Era una “realtà” che ci veniva propinata dalla stragrande maggioranza dei giornali e telegiornali, riviste e trasmissioni televisive, film, libri e monologhi teatrali. E se l’attacco era giustificato dalle mancanze di Berlusconi, perché adesso la stessa macchina da guerra niente affatto gioiosa tace vergognosamente davanti a un governo che sta portando avanti una politica infinitamente più “padronale” (oltre che supina agli interessi esteri) fregandosene dell’opinione degli elettori, visto che tra l’altro nessuno lo ha eletto?

Dove sono adesso le inchieste contro gli abusi di potere e contro i conflitti d’interesse?
E dove sono adesso gli implacabili contestatori?

Dove sono i comici col dente avvelenato dall’ideologia e i tribuni televisivi sempre pronti a invocare la libertà d’insulto?

Tutti spariti, grati a questo governo che ha defenestrato l’odiato Cavaliere.

Hanno venduto l’anima al diavolo pur di riuscire là dove il confronto democratico li aveva sconfitti.

Venduti alle banche che volevano distruggere.

Venduti ai finanzieri globalisti che volevano incatenare.

Venduti ai padroni che dicevano di odiare.

Venduti al “sistema borghese” che volevano abbattere.

Venduti, venduti, venduti.

Come avvertivamo il mese scorso, è anche ricominciata la caccia alle streghe stile anni Settanta, con paginate allarmanti (e deliranti) sul “pericolo nero” e - come da copione di un-colpo-al-cerchio-e-uno-alla-botte - sono arrivati gli arresti dei miliziani No Tav dei centri sociali. E così, distratti dal risorgere degli “opposti estremismi”, oltre che da naufragi e bufere di neve, gli italiani possono sopportare pure le schifezze che vengono impastate sulle loro teste.

Do you remember “meglio i ladri che gli assassini”?

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