E' di qualche giorno fa la notizia, resa nota dal "Secolo d'Italia", dell'uscita di un libro-fumetto satirico sul ministro della Gioventù Giorgia Meloni (La Ministronza, edizione Grrretic). E fin qui nessuna notizia degna di nota, apparentemente, se non fosse che si è subito scatenato l'inferno e non si sono lesinate critiche aspre e durissime da parte di colleghi politici e amici del ministro nei confronti dell'autore e disegnatore, Alessio Spataro.Sia a destra che a sinistra degli schieramenti politici sono partite voci secondo le quali Spataro è reo di aver imbastito un prodotto (artistico?) carico di volgarità e insulti gratuiti di ogni genere, con un tocco di "sano" maschilismo. Unanime è stata la condanna da parte dei colleghi onorevoli del centro-desta, uomini e donne, come Fabrizio Cicchitto e Maurizio Lupi (PdL), e lo stesso presidente della Camera Gianfranco Fini, ma anche da parte di membri del Pd come Rosy Bindi, e dell'Idv con Silvana Mura. Il ministro Meloni, molto distaccata, ha ringraziato tutti coloro che le hanno dimostrato solidarietà e ha fatto sapere che preferisce ignorare simili azioni. Dal canto suo l'autore delle vignette polemiche, Spataro, che ha in curriculum collaborazioni importanti con giornali di sinistra come Il Manifesto e Liberazione, si è difeso arroccandosi su posizioni non molto chiare, rilasciando alcune dichiarazioni all'agenzia Dire: "Si occupano di me? Come se li pagassimo per questo, come se il loro stipendio giustificasse questa perdita di tempo [...] Io non mi vergogno di nulla". Effettivamente, ognuno è libero di dire e fare quanto ritenga opportuno, è risaputo che il buon senso - e anche il buon gusto - rimandano al singolo individuo, ma per lo meno dovremmo cercare di tornare a dei livelli di civiltà e di correttezza che stanno sempre più scomparendo.
Per fortuna che si inneggia alla pacatezza! Non sempre il fine giustifica i mezzi, Spataro dovrebbe ricordarselo di tanto in tanto. Quale sia poi il fine di questa "creazione artistica", resta tutto da scoprire... La libertà di espressione c'è ancora in questo Paese, e chi meglio di lui può saperlo, dopo i precedenti lavori che prendono di mira personaggi del calibro di papa Benedetto XXVI, con il titolo oltraggioso di "Papa Nazingher", ma quanto al fatto che sia satira, resta tutto da dimostrare. Non conosciamo il disegnatore Alessio Spataro, autore del libro di fumetti “La ministronza” che narra le avventure del ministro Giorgia Meloni (ribattezzata mecojoni) nelle fogne di Roma, fra topi, scarafaggi e acrobazie erotiche con sconosciuti. Ma immaginiamo che come artista di sinistra sarà giustamente sensibile ai diritti degli esquimesi e sosterrà le campagne ambientaliste per la difesa dell’upupa. Soprattutto si batterà contro lo sfruttamento delle donne e la volgarità con cui il “sistema” turbo-consumista, incarnato in Italia da Berlusconi, le utilizza per vendere prodotti e dare sfogo a istinti primordiali non mediati da educazione e cultura. Eppure la sensibilità di Spataro si arresta di fronte a forme di vita diverse da sé. Il suo bersaglio è una giovane politica incensurata, sgobbona e talmente al di sopra di ogni sospetto che nemmeno la sua nomina a ministro fu accompagnata dalle battute malizioso che si riservano di solito alle donne in carriera. Viene dal popolo, ma per uno di sinistra non dovrebbe essere un difetto: almeno non lo era fino a qualche tempo fa. Agli occhi di un ultrà dell’ideologia, Giorgia Meloni però ha una tara irredimibile: è di destra e questa appartenenza la fa decadere dai suoi diritti di donna e di essere umano. Il rispetto che meritano le upupa non vale per lei. La si getti dunque nelle fogne, la si trasformi in una ninfomane che non si lava e parla in romanesco triviale coi sorci. Naturalmente trincerandosi dietro il diritto di satira, parolina magica che serve a coprire la mancanza di talento e prima ancora, come sempre, di autoironia.
Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"
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