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domenica 8 novembre 2009

ANCORA 9 NOVEMBRE ...








Il 15 Aprile 2005 veniva approvata dalla Camera con 247 sì, 206 no e 5 astenuti una legge, la N°61. In virtù di questa legge il 9 Novembre viene istituita la «Giornata della libertà» in ricordo dell'abbattimento del muro di Berlino avvenuto nel 1989. Tutto il centrosinistra ha votato contro contestandone l'opportunità poiché come ebbe a dichiarare la vice presidente dei deputati dell'allora Ds, Elena Montecchi «L'Italia festeggia già il giorno della liberazione il 25 Aprile», giustificazione davvero molto povera, poco opportuna e sorprendentemente faziosa.
L'abbattimento del muro di Berlino diviene allora «l’evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo».
In occasione di tale ricorrenza vengono organizzate ogni anno cerimonie ufficiali e approfondimenti nelle scuole «che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti». In Germania che il giorno dell'abbattimento del muro in questi vent’anni non è mai stato commemorato, poiché al suo posto invece viene ricordata la data del 2 Ottobre come festa nazionale, data della riunificazione tra Germania Est e Germania Ovest, quest’anno verrà fatta un’eccezione perché di un anno eccezionale si tratta quello cioè della ricorrenza del ventennale della Caduta del Muro. Il 9 novembre 2009 verrà ricordato con la "Festa della Libertà" presso la Porta di Brandeburgo, assieme a ospiti provenienti da tutto il mondo, con testimoni e personalità della vita pubblica. L’emozionante momento culmine dell’evento sarà la rappresentazione simbolica della caduta del Muro. Lungo il percorso del muro di allora verranno disposte tessere domino di enormi dimensioni realizzate dagli studenti di Berlino, che le faranno cadere assieme ad artisti famosi, operatori culturali e politici. La caduta delle ultime tessere darà il via ad uno spettacolo pirotecnico, seguito da un grande concerto.
Il 9 novembre 1989, quindi, cadeva il simbolo della Guerra Fredda, il simbolo della divisione dei popoli per antonomasia. Quel Muro, la cui realizzazione aveva avuto inizio il 12 agosto 1961 per evitare la fuga di migliaia di persone dal «paradiso socialista», aveva diviso non solo i berlinesi ma l'intera Europa, fragile e umiliata dopo la Seconda Guerra mondiale. L'Europa di oggi vive, finalmente, il dopo-Guerra Fredda cercando di darsi una fisionomia politica e un ruolo in un mondo completamente cambiato. Nonostante i singoli Stati si mostrino ancora divisi nella difesa di vecchi privilegi economici e nel ricordo di un antico splendore, il processo di progressiva unificazione è irreversibile.
In Italia, dove per nostra fortuna sessanta anni fa arrivarono gli americani e non i sovietici, si è sempre voluto coltivare una memoria storica parziale di quello che sono stati e hanno rappresentato i grandi regimi totalitari del ‘900.
I crimini compiuti da chi si riconosceva nell'ideologia del socialismo reale venivano nascosti e poche voci libere avevano la possibilità e il coraggio di portarli alla conoscenza dei cittadini. Dopo la fine dell'Unione Sovietica, ancora ai nostri giorni, gli irriducibili del Pci, non hanno mai voluto accettare una verità storica. Una verità tanto semplice quanto cruda: tutti i totalitarismi sono nemici dell'umanità. Come italiani, dovremmo imparare da altri popoli europei a rispettare la verità storica senza farci impaurire dai fantasmi del passato. Vogliamo riferirci, in particolare, alla Polonia e alle nazioni baltiche che hanno vissuto sia l'occupazione nazista che quella comunista e per questo motivo hanno sviluppato un'equidistanza nei giudizi storici sui totalitarismi. Nella capitale lettone Riga, ad esempio, è presente un museo dell'occupazione in cui sono raccolti documenti, immagini, oggetti che raccontano la tragedia di 51 anni di storia, dal 1940 al 1991. In questo museo, come ha affermato la stessa Presidente della Repubblica di Lettonia si vogliono raccontare i crimini sulla popolazione «compiuti da questi due regimi, affinché ciò possa essere trasmesso alle future generazioni, in modo tale che nulla di tutto questo possa ripetersi ancora». L'istituzione del “Giorno della Libertà” non è importante solo perché festeggia la caduta del regime comunista e l’abbattimento del muro, ma ha un valore proiettato nel futuro. Celebrare il 9 novembre ci aiuta a ricordare che l'Europa deve saper svolgere il proprio rinnovato ruolo politico in un periodo storico difficile, caratterizzato ancora dall'esistenza di totalitarismi e dal fondamentalismo islamico che vuole creare nuove barriere, nuovi infedeli e nuovi giusti in una guerra che antepone le idee al valore della persona umana e alla sua libertà. Poiché tutti i totalitarismi sono egualmente criminali e poiché noi italiani siamo europei questa ricorrenza deve avere la stessa dignità del 25 Aprile. C'è una canzone che negli anni che precedettero la caduta del Muro ebbe un enorme successo mondiale, un capolavoro dei Pink Floyd, intitolata "The Wall", il Muro appunto, che diceva: «Non è facile gettare il nostro cuore oltre quel maledetto muro. Ma un giorno, mano nella mano, lo oltrepasseremo». Com’è stata bella quella notte magica del 9 novembre 1989 a Berlino, con il Muro che cade e i berlinesi dell'Est che frugano l'Ovest, una città sommersa da una massa umana fatta di colori, emozioni, curiosità, frenesie, rivincite e finalmente di Libertà.
Eretto in una notte, il Muro in una notte si disintegra. Tutto succede in fretta, con la velocità del nostro tempo. La Libertà espugna il comunismo come una Bastiglia, spezza le tavole di Yalta e brucia a Berlino i fantasmi del passato: le svastiche, i gulag, i fuggiaschi inseguiti dalle raffiche dei mitra, le atmosfere malinconiche e ambigue della città così come ce le ha stupendamente raccontate il compianto regista Fassbinder.
Una muraglia di cemento che per quasi trent'anni ha diviso Berlino e la Germania, ha separato l'Occidente dall'Oriente, impedito a famiglie di guardare negli occhi i propri cari ha ceduto di colpo di fronte all'urlo del popolo, il cemento si è sgretolato alla pressione della libertà.
La notizia della sua caduta arrivò nelle nostre case con i telegiornali della sera e della notte del tutto inaspettata, un fulmine a ciel sereno, perfino gli stessi leader mondiali non immaginavano che il Muro stesse per cadere fino ad un minuto prima che succedesse.
La Storia, ancora una volta, ci insegna che gli imperi non sono immortali.
Il Muro ha travolto l'Unione Sovietica. E il comunismo resta un lusso per pochi: un copione che ormai solo alcuni ricchi occidentali, nei loro salotti, si possono divertire a recitare. Alcune date rimangono impresse nella nostra memoria perché spezzano il corso lento della Storia: gli italiani ricordano ad esempio il 16 marzo 1978 per il rapimento di Moro e l'uccisione della sua scorta e, quasi un decennio prima, la bomba alla Banca nazionale dell'agricoltura di piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969; in tutto il mondo l'attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono dell'11 settembre 2001 e, appunto, la caduta del Muro di Berlino il 9 novembre 1989.
Chi è nato dopo il 1989 fa fatica a credere che tutto questo sia davvero accaduto: una città divisa in due da un Muro, come in un'antica leggenda orientale... Sono passati vent'anni da quella notte di novembre del 1989 quando il Muro di Berlino - triste e barbara icona della Guerra fredda che per quasi mezzo secolo aveva tenuto divisi la Germania e il mondo intero in due blocchi ostili e contrapposti - venne preso a simboliche picconate dai berlinesi in festa. Il Muro testimone di storie paradossali, spesso avventurose e ancor più spesso drammatiche, di uomini e donne che non solo si adeguarono a vivere nella città divisa, ma che quel Muro seppero anche coraggiosamente denunciarlo e sfidarlo.
E’ caduto, finalmente, il figlio legittimo della guerra, l'ottuso guardiano degli sconfinamenti degli uomini e delle idee, il condominio degli spettri del secolo, una spada di cemento armato nel cuore dell'Europa alta quattro metri e lunga 155 chilometri, un muro senza porte né finestre. E’ caduto e si è accartocciato su se stesso come un rotolo di pergamena, a sancire la fine di un'epoca. L'Occidente non ha fatto niente per affrettarne la fine. Il 9 Novembre 1989 i mattoni di quell’orrendo muro cadono da soli e il futuro non avrà più confini di filo spinato.

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

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