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giovedì 26 gennaio 2012

Ezra Pound calpestato due volte.


Ezra Pound
Restituite a Casa Pound la possibilità di usare il nome del poeta. Primo, perché se i geni sono universali ognuno è libero di venerare il genio che vuole. Secondo, perché non si tratta di appropriazione indebita o di uso distorto del poeta. Lo dico a sua figlia Mary che è ricorsa ai giudici, lo dico agli intellettuali che hanno firmato il solito ‘giù le mani da’ Ezra Pound perché poeta universale (ma lo scoprono solo ora, fino a ieri lo dannavano perché fascista). Dov’è lo scandalo se i ‘fascisti’ si richiamano a Pound? Come potete dimenticare i suoi discorsi appassionati e deliranti – ma i poeti a volte delirano – alla radio a sostegno del fascismo e poi della repubblica sociale, in piena guerra? E dopo la caduta del fascismo, come potete ignorare i versi dei canti pisani su ‘Ben e la Clara a Milano’, appesi per le calcagna? E i Cantos donati di persona a Mussolini, il libro ‘Jefferson e Mussolini’, le sue battaglie contro l’usura? Come potete dimenticare quei giorni bestiali nel campo di concentramento di Coltano in cui il poeta fu esposto in gabbia, sotto i fari, costretto pure a defecare davanti a tutti, come una scimmia, proprio perché considerato fascista? E poi fu internato in un manicomio criminale negli Stati Uniti, che lo condusse davvero alla follìa e al mutismo… Persino l’ultimo, vecchio Pound accompagnato da Piero Buscaroli in visita a Ferrara, che accarezza silente i fasci littori di Palazzo Diamanti… Non potete calpestarlo due volte, la prima per fargli pagare il suo fascismo, la seconda per negarlo.

Marcello Veneziani su Il Giornale del 26 gennaio 2012

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