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domenica 3 giugno 2012

Una nuova stagione dogmatica. Laica però…


Reginald Garrigou Lagrange
di Francesco Natale.

Così scriveva Reginald Garrigou Lagrange, studente in medicina e poi frate Domenicano: «La Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma poi intransigenti nella pratica, perché non amano. La Chiesa assolve i peccatori, i nemici della Chiesa assolvono i peccati».
Non ce ne voglia la buona anima del frate domenicano Garrigou, ma…quanta sana politica in sole quattro righe epigrammatiche.
Vediamo nel dettaglio perché: c’è stata una stagione, italiana e non solo italiana, durante la quale ogni dogma, fosse esso laico o cattolico, è stato messo in discussione.
Qualcuno (Mario Capanna per citare il più famoso) ha chiamato quegli anni «formidabili». Tutto in discussione, tutto demolito, morte alla «morale borghese».
Fine dell’ipocrisia, quindi, almeno istituzionalmente: abbiamo legalizzato per mandato popolare tutto il “legalizzabile”, perché i dogmi avevano fatto il loro tempo.
Lo slancio iconoclasta, manco ci fossimo tutti risvegliati con l’irascibile contegno di Leone l’Isaurico, ha portato a riconoscere come legittimi comportamenti ed azioni che tali prima non erano, grazie al bieco ed abusato strumento referendario.
Con questo, fine della discussione su aborto e divorzio e, finalmente, cominciamo a parlare di “cose serie”.
Se per attitudine politica media l’assetto consolidato della nostra società è stato una volta (formidabili quegli anni!) passibile di discussione, oggi non è più così.
Oggi non solo abbiamo perso la voglia e la verve, ma pure riteniamo impraticabile dal punto di vista operativo e filosofico mettere in discussione situazioni ben meno problematiche della legge 194, della legge 180 (o Basaglia che dir si voglia) o della legge Merlin.
Siamo di fronte a nuovi dogmi che, pedissequamente, accettiamo.
Manco fossero Vangelo.
L’Europa è un dogma.
L’euro è un dogma.
Il primato “senatoriale” (qui inteso come se parlassimo fantascientificamente di Stati Uniti d’Europa) della Germania è un dogma.
L’impossibilità di tornare a regimi economici con moneta propria e, soprattutto, con banche proprie magari nazionalizzate (vedi Ungheria) è un dogma.
La rimozione stessa della memoria, nella fattispecie la prima idea di Europa concepita da soggetti un pochino più significativi di Lady Gaga, ovvero De Gasperi, Adenauer e Schuman, è divenuta dogma.
Anche perché per i soggetti soprammenzionati, dei quali più nulla si insegna nella scuole italiane, l’idea di Europa era fortemente identitaria rispetto al concetto di Europa carolingia e, quindi, cristianamente connotata.
Non so, sinceramente, se fosse un concetto migliore in assoluto, ma so per certo che sarebbe stata una concezione politica di Europa migliore rispetto alla inconoscibile, incensurabile, invisibile (agli occhi dei più, almeno) “Europa” finanziaria.
Della quale, in fondo, noi comuni cittadini non sappiamo niente. Di niente. Di nulla.
Ma l’organigramma stesso della Comunità Europea è un dogma parastatale.
Ma che dico: ultrastatale.
È oltre lo “Stato”: supera quel concetto di «identità tra Popolo, Istituzioni, Territorio» che chi ha pratica di diritto pubblico ha imparato a conoscere come requisito necessario perché di “Stato” possa parlarsi.
Come Mercuzio, insomma, parliamo di nulla.
Peggio di Mercuzio, crediamo nel nulla.
In un qualcosa che, formalmente non c’è.
Ma che, empiricamente, incide nel nostro vissuto quotidiano. E pesantemente.
Un dogma europeista che, allo stato attuale delle cose, nulla porta se non peste, tempesta e morte.
Un dogma che tenta di rendersi tollerabile sbandierando lo specchietto per le allodole dei cosiddetti “diritti civili”: sopportate le tasse al 65% perché in cambio avrete PACS, DICO o “matrimoni gay”. Sopportate l’IMU, perché in cambio vi daremo (nel 2135) le “centrali eoliche” (anche il cosiddetto “ambientalismo” è un dogma. Non lo sapevate?). Sopportate il neogermanismo, perché un domani non lontano potrete pagare le tasse tramite bancomat (E ‘sti cazzi, che fortuna…).
Tutte cose che indurrebbero a sonore e crasse risate (almeno in quell’Italia che ancora si ricorda di Novello e Flaiano….) ma che nella nuova, moderna, “europea” italietta del “dogma” suonano come terribilmente serie.
Ora, con semplicità, il sottoscritto si chiede: ma un “eretico” tout court che spacchi dalle fondamenta codesti “dogmi laici” e dica la più semplice delle cose, ovvero «abbasseremo le tasse di dieci punti in barba alla Kraft (la pitonessa ha fatto il tempo suo…) no?» . Questo si che sarebbe “formidabile”!

P.S.
Lo sapevate che la mia, evidentemente “dogmatica”, versione di Word non riconosce la parola “identitaria” e tenta di correggerla?

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