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venerdì 8 giugno 2012

NO ALL’EUROTRUFFA ESM!



Quando in Parlamento dev’essere approvata una legge che modifica la Costituzione, oltre alle procedure aggravate che richiede il testo costituzionale rispetto a una legge ordinaria, c’è spazio ad un lungo dibattito parlamentare seguito con moltissima attenzione dai media. Il 20 aprile 2012 con legge costituzionale n.1 è stata approvata una modifica alla nostra legge fondamentale che introduce il principio dell’equilibrio delle entrate e delle spese, il cosiddetto “pareggio di bilancio” voluto fortemente in sede europea dal Cancelliere federale tedesco Angela Merkel. Ma in realtà quella che apparentemente potrebbe sembrare come una regola di buonsenso, rappresenta una valvola per legittimare tutto ciò che l’Unione europea ci sta imponendo conseguentemente alla crisi del debito sovrano che sta dilaniando molti paesi dell’eurozona tra cui Italia e Grecia. Ma andiamo per ordine: il 2 marzo 2012 è stato firmato da 25 paesi dell’U.E. (eccezion fatta per Regno unito e Rep. Ceca) il tanto discusso “Trattato sulla stabilità” meglio noto come “Fiscal compact” che contiene le regole d’oro che i paesi aderenti all’unione economica e monetaria dovranno rispettare se vogliono evitare sanzioni da parte degli organi europei o qualora desiderassero chiedere dei prestiti al “Meccanismo europeo di stabilità”. Il trattato impone che le nuove regole devono essere inserite preferibilmente in norme di tipo costituzionale e ciò spiega l’approvazione plebiscitaria della legge costituzionale sopracitata. Queste regole, elaborate in nome del rigore che tanto va di moda ai piani alti di Bruxelles, hanno come fine ultimo quello di sfatare una volta per tutte il rischio di default dei paesi che presentano uno spropositato debito pubblico e un deficit che non consente una rapida ripresa. Il repentino cambio di rotta però, rischia di bloccare la crescita di tutti quei paesi che non si trovano nella stessa situazione in cui si trova il più potente paese d’Europa ossìa la Germania. Il problema dell’Europa in questo momento è che avendo la stessa moneta qualora si verificasse il fallimento di uno Stato si creerebbe un effetto domino che danneggerebbe anche il paese più forte, com’è avvenuto in Grecia.  E’ per questo che si sta cercando di dare un freno agli indebitamenti eccessivi. Ma se da un punto di vista logico potrebbe sembrare sicuramente una soluzione positiva, il fatto che queste stringenti regole debbano operare in brevissimo tempo questo potrebbe portare alla paralisi dell’economia per un lungo periodo poichè l’indebitamento di uno Stato è senza dubbio una scelta obbligata per fare fronte alle esigenze nazionali, com’è stato brillantemente sostenuto da molti premi Nobel in un appello indirizzato al presidente Obama. Inoltre, l’economista e premio Nobel Paul Krugman ritiene che l’inserimento in costituzione del vincolo di pareggio del bilancio, possa portare alla dissoluzione dello stato sociale. Quello che è stato evidentemente sottovalutato in sede europea in questi cinquant’anni di integrazione è il fatto che non tutti gli stati sono economicamente competitivi alla stessa maniera e di certo se tutti i paesi fossero stati come la Germania non avrebbero neanche trovato il bisogno di doversi unire a questa confraternita di oligarchi che decidono le sorti di 27 paesi. E come deve fare uno stato se ha bisogno di soldi? Semplice, dovrà rivolgersi presso il Consiglio dei governatori del “Meccanismo europeo di stabilità” (o ESM), il quale una volta accertato il rispetto degli obblighi fiscali, potrà erogare prestiti concessi a tassi fissi o variabili per garantire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà ma a condizioni severissime. Sono previsti interventi sanzionatori per gli stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad aggiungersi allo stesso ESM. L’operato dell’ESM, i suoi beni, averi, ovunque si trovino e chiunque li detenga, dovranno avere immunità da ogni forma di processo giudiziario. Nell’interesse dell’ESM, coloro che lavorano a nome del fondo godranno di immunità totale per qualsiasi processo legale correlato al lavoro svolto. Tutto questo, dovuto alla crisi economica che soprattutto l’Italia sta attraversando, sta portando al tramonto definitivo della sovranità nazionale. Gli stati firmatari si sono spogliati dell’ennesima competenza nazionale, forsa la più importante, che riguarda la politica fiscale e di riflesso la politica economica.

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