Caro parlamentare,
ci rivolgiamo a te perchè in questi giorni dovrai approvare, in Parlamento, la "Spending Review", che tra i tanti tagli che propone, cancella di fatto 42 provincie accorpandole a quelle più grandi.
Tra le 42 provincie c'è anche quella di Crotone e noi, giovani di Crotone, e dei comuni della nostra provincia, ti scriviamo per convincerti a votare contro questo progetto.
Ci rivogliamo a te, oggi, per nome e per conto di tutti quei ragazzi della nostra provincia che ogni giorno lottano e combattono per evitare di emigrare. Ti scriviamo a nome di tutti coloro che sognano di poter costruire il proprio futuro nella Terra dei propri Padri.
Cos'è la Provincia secondo noi? Per noi la provincia è futuro, è sviluppo, è sicurezza.
Nessuno di noi sogna il posto statale, nessuno di noi vuole difendere i nostri amministratori.
Queste cose non ci interessano. Le cose importanti per noi sono altre. Sono i presidi di democrazia e sicurezza come la Prefettura, la Questura, i Comandi Provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, perchè nel nostro territorio non ci può essere futuro senza sicurezza, non ci può essere sviluppo senza legalità. E tutto questo non può essere minimamente immaginato se lo Stato abbandona questo territorio, regalando terreno alla 'ndragheta. Il nostro, caro parlamentare, è un territorio strano, che qualcuno ha reso debole, per poterlo gestire con facilità, che qualcuno ha usato come bacino elettorale promettendo futuro, ma seminando miseria. Ma oggi tutto questo è terminato. Oggi su questo territorio esiste una generazione che lavora in silenzio, che comincia ad occupare ruoli istituzionali, che comincia a crescere professionalmente.
Oggi questo territorio vuole e può cambiare, ma può farlo solamente se oggi non gli vengono tagliate le gambe. Noi sogniamo e vogliamo uno Stato forte, che cancelli gli sprechi e che basi la propria azione quotidiana su due semplici ma importanti concetti: qualità e meritocrazia. Ma la cancellazione della nostra provincia non risponde a nessuno dei due criteri. Anzi sembra quasi il soppruso di un bulletto che fa il forte con i deboli e il debole con i forti. Noi sogniamo un altro Stato, che sappia ridare dignità al proprio Popolo. Noi sogniamo un altro Stato, che abbia la forza di cambiare, di rigenerarsi, di ridisegnare il proprio assetto istituzionale, per diventare più dinamico e capace di affrontare le sfide del nuovo millennio. Oggi, caro parlamentare, ti chiediamo uno sforzo: abbandona le logiche di palazzo, dimentica di essere stato nominato parlamentare, e ricordati di una parte di quel Popolo che tu rappresenti, e dimostraci che il domani può essere realmente diverso dal presente, accendi di nuovo la speranza, dai una seria picconata al concetto di "casta".
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