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domenica 4 ottobre 2009

70 anni di San Francesco d'Assisi Patrono d'ITALIA.

















Era il 18 Giugno del 1939 quando Papa Pacelli, Pio XII proclamò San Francesco D'Assisi patrono d'Italia definendolo "Il più italiano dei Santi, il più Santo degli Italiani".
Sono passati 70 anni e quest'anno le celebrazioni nazionali dedicate al Santo patrono d'Italia ricadono anche negli 800 anni di fondazione dell'ordine francescano.
Festeggiamenti del settantesimo anniversario iniziati il 2 ottobre a Roma, alla Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, dove il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha incontrato i frati francescani per una giornata di discussione. Al presidente Fini è stato inoltre donato il volume dei 70 anni di San Francesco Patrono d'Italia, a cura di padre Enzo Fortunato.
Stamani ad Assisi ad accendere nella Basilica di San Francesco la lampada votiva dei comuni d'Italia è stata la regione Basilicata, per mano del sindaco di Potenza, Vito Santarziero durante la messa solenne (apice dei festeggiamenti) celebrata da monsignor Agostino Superbo, vescovo di Potenza e, dopo il Gloria, la preghiera del sindaco di Potenza a nome di tutti i sindaci d'Italia.
San Francesco conosciuto anche come "il poverello d'Assisi", la sua tomba è meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di devoti ogni anno. San Francesco, grazie al Cantico delle creature, è riconosciuto come l'iniziatore della tradizione letteraria italiana. La sua vita giovanile fu spensierata e mondana, partrecipa alla guerra tra Assisi e Perugia, catturato dai perugini in carcere legge il Santo Vangelo che lo tocca profondamente. Riscattato dal padre torna ad Assisi e, dopo un periodo di convalescenza, usa misericordia a diversi lebbrosi. Si convertì al Vangelo e lo visse con estrema coerenza, in povertà e letizia, seguendo il Cristo umile, povero e casto, secondo lo spirito delle beatitudini. Insieme ai primi fratelli che lo seguirono, attratti dalla forza del suo esempio, predicò per tutte le contrade l'amore del Signore, contribuendo al rinnovamento della Chiesa. Innamorato del Cristo, incentrò nella contemplazione del Presepe e del Calvario la sua esperienza spirituale. Portò nel suo corpo i segni della Passione che ebbe da un cherubino sul monte Verna . In lui come nei più grandi mistici si reintegrò l'armonia con il cosmo, di cui si fece interprete nel cantico delle creature.


Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"



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