Tante sono state le perplessità per il conferimento del premio Nobel per la Pace a Barak Obama. Anche a coloro che erano benevoli nei suoi confronti la decisione del Comitato per il Nobel è apparsa sproporzionata, se non «bizzarra». In Rete le battute, come questa, si sprecano: «Santo subito!». Anche i giornali parlano di una scelta strampalata, singolare, parecchio singolare, quasi un sovvertimento degli scopi originari del premio. Potrebbe anche essere una mossa politica, magari per mettere in imbarazzo lo stesso Presidente americano, limitando le sue scelte future. Come potrà, infatti, un Nobel per la Pace decidere un’azione militare?
Certo, sapere che a Gandhi e a Giovanni Paolo II il premio non è mai andato e a Obama sì, fa una certa impressione. Negativa ovviamente! Ormai è chiaro che questo premio è pura demagogia. Dopo il terrorista Arafat che faceva sparare e lanciare bombe nei vari aeroporti e l'ambientalista Al Gore, ecco l'ennesimo colpo di teatro, grottesco e patetico, frutto del pregiudizio ideologico. Ma Obama il grande idealista, ormai, non c’è più. Nei giorni scorsi la Casa Bianca ha fatto sapere che il Dalai Lama, appena arrivato a Washington, non sarà ricevuto dal Presidente. Né in veste ufficiale né tanto meno in forma privata. Altro che pace! Obama se n’è fregato di lui e del suo martoriato popolo perché sul Dalai Lama pesa il veto del regime di Pechino. E tra il Dalai e la visita in Cina, “Mr. President” ha già deciso.
Fiamma Nirenstein su “Il Giornale” del 10.10.09 provocatoriamente ha scritto che il premio Nobel per la Pace poteva essere assegnato alle donne afghane o a quelle irachene per quello che stanno facendo per la libertà dei loro territori pur senza spargimento di sangue o di odio. Invece si è preferito Obama perché fin dal primo giorno è stato gratificato di aspettative gigantesche, che egli ha alimentato con toni messianici. Per Nirenstein il premio a Obama deriva da una valutazione di immagine, valorizza la parte iconografica del personaggio. Dopo l’ironia una nota davvero critica; Obama, leader sorridente, é un sostenitore attivo delle lobbies abortiste e quindi delle politiche abortiste mondiali che sostiene in maniera convinta. Anzi, il suo primo atto di governo fu legato a questa iniziativa. Implicitamente egli considera il nascituro una persona di “serie B”. Qualcuno ha scritto che oltre alla guerra in Afghanistan, sta conducendo una guerra al nascituro e che quindi uomo di pace lui non è. Ma il primo a riconoscerlo mostrandosi sorpreso per il premio (e in questo è stato intellettualmente onesto) è lui stesso, come le sue stesse dichiarazioni possono testimoniare.
Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"
Nessun commento:
Posta un commento