Salviamo i nostri Marò

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venerdì 16 ottobre 2009

Addio Rosario, Il tuo ricordo resterà vivo!






Ieri un soldato italiano, Rosario Ponziano, è morto in Afghanistan, nel ribaltamento del mezzo Lince su cui si trovava a bordo. Lo ha riferito il maggiore Marco Amoriello, capo pubblica informazione a Herat. Rosario apparteneva al Quarto reggimento alpini paracadutisti "Monte Cervino". "Si è trattato di un banale quanto drammatico incidente automobilistico, in relazione alla quantità di chilometri percorsi la percentuale è minima", ha spiegato il maggiore Amoriello, escludendo ogni ipotesi di azione ostile. Il maggiore ha precisato che il soldato non era a bordo di un Lince "rinforzato", che ha escluso ogni ipotesi di azione ostile. In occasione della visita in Afghanistan del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dopo l'attentato che il 17 settembre costò la vita a sei paracadutisti, il colonnello Aldo Vizzo spiegò che con il baricentro più alto i Lince potevano ribaltarsi più facilmente. Un rischio legato anche al peso della torretta, 320 chilogrammi. L'incidente stradale ha però coinvolto "il classico Lince, non c'era torretta", ha chiarito il maggiore Amoriello, "Il soldato che ha perso la vita, poi, non era fuori dal mezzo". Il mezzo, che stava eseguendo una normale attività operativa, si è ribaltato lungo la strada che porta da Herat a Shindad. Il maggiore Amoriello ha spiegato che si "tratta di strade difficili e impegnative". Con Rosario - che aveva 25 anni - c'erano in tutto altri tre soldati e due sono rimasti lievemente feriti. "Erano contusi, sono stati medicati e sono stati dimessi dall'ospedale italiano di Herat, a Camp Arena", ha aggiunto Amoriello, "Non hanno riportato alcun tipo di conseguenza".
Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, esprime il suo cordoglio alla notizia della morte del militare italiano in forza al reggimento degli alpini paracadutisti di Bolzano “Sono profondamente addolorata per la morte a Herat del caporalmaggiore Rosario Ponziano. In questo momento di dolore e di lutto voglio essere vicina alla sua famiglia e ai suoi commilitoni, che con profondo senso del dovere continuano a prestare la loro meritoria opera. Il lavoro svolto da nostri militari in Afghanistan e nei difficili teatri dove le forze armate italiane sono attualmente chiamate a portare il proprio contributo in difesa della democrazia, della libertà e della pace è motivo d’esempio e di orgoglio per tutti i giovani d’Italia”.

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

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