Dobbiamo solo sperare che la disperazione non si abbatta anche su di noi. Pare che in due soli giorni siano stati prelevati, in Grecia, 1,2 miliardi di euro dai conti correnti ellenici. Le code agli sportelli sono il segno della disperazione della gente cui la politica non riesce a fornire risposte. Da un lato c’è la volontà di tornare Paese sovrano, dall’altra la paura di non farcela senza il sostegno dell’Unione europea. Un eventuale ritorno alla dracma, infatti, non raggiungerebbe la parità di cambio fissata a suo tempo a 340,75, ma una cifra molto più alta tra il 40 e il 70%.
La verità è che non esiste uniformità di giudizio neppure fra gli analisti più accreditati.
In Spagna, pur silente, la situazione è anche peggio. Rajoy ha così commentato ieri davanti al Parlamento iberico: «In questo momento c’è un serio rischio di non ricevere soldi in prestito o dover pagare tassi astronomici». E la nostra Italia? La strategia di Monti è chiara. Pieno sostegno all’Asse franco-tedesco con la piccola speranza di inserirsi, quale interlocutore privilegiato, fra i «padroni» d’Europa. Ciò che preoccupa (come pubblica, ieri, Libero) è la fuga degli stranieri dalle banche italiane. La raccolta estera crolla del 42,5% e uno spread che vola sempre a 435. Eppure, Berlino deve pensare alla propria sopravvivenza. Una crescita derivata dal salvataggio dei partner sarebbe la fine dell’egemonia tedesca. Prepariamoci al peggio e meditiamo …
di Maglia Nera.
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