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martedì 15 maggio 2012

Marcia della Vita e Gay Pride, al Pd manca il senso del ridicolo.



Non si contano più le polemiche legate alla seconda edizione della Marcia per la Vita, l’iniziativa anti-aborto organizzata a Roma e alla quale hanno già aderito numerose associazioni italiane e straniere. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Famiglia Domani e dal Movimento Europeo Difesa Vita, ha ottenuto anche il patrocinio del Comune di Roma, una scelta che – figuriamoci! – ha suscitato le critiche del Pd capitolino.

«Il patrocinio del Comune di Roma – si legge in una nota delle donne dell’Esecutivo del Pd Roma unitamente alla Consulta PD Rainbow – è davvero preoccupante». Niente di meno! Si può concedere, come è stato fatto dai sindaci della sinistra, il patrocinio al Gay Pride ma non ad una manifestazione promossa in favore della Vita.

Per il Partito democratico la Vita non è forse il primo valore e il più importante da difendere? Si può difendere la libertà senza difendere la vita? È più scandaloso abortire, uccidere un bambino o consentire che ciò avvenga per disinteresse, perché si abbandona una madre e una famiglia sola, davanti alla sfida da taluni considerata insormontabile di crescere un figlio. Figuriamoci! Il Pd preferisce stigmatizzare, nel suo bel comunicato, le presunte «limitazioni e restrizioni delle libertà individuali della donna e della coppia».

E poi: con tutte le questioni che si possono sollevare ad Alemanno, c’è bisogno di andarsi a cercare questa figuraccia per il patrocinio pro life concesso dal sindaco della Capitale? Roba da matti, che però conferma per l’ennesima volta che questa sinistra sta bene a braccetto a Vasto con Di Pietro e Vendola, non certo con Casini.


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