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mercoledì 9 maggio 2012

LEGGE ELETTORALE: PROPOSTA MELONI, TORNARE A PREFERENZE.


On. Giorgia Meloni (Pdl)
C'è un PdL che non ha paura delle preferenze e che vuole ancora il contatto con la gente. Aderisca a questa proposta anche il PD, la Lega, l'IDV e tutti quelli che credono davvero nella democrazia.

 (ANSA) - ROMA, 9 MAGGIO - Modificare il 'porcellum' introducendo le preferenze per il 70% dei seggi; lista bloccata per il 30% favorendo le primarie di partito per determinare l'ordine dei candidati di questa quota; stop alle candidature multiple; introdurre il premio di maggioranza nazionale anche per il Senato per le liste che abbiano ottenuto almeno 85 seggi: sono questi i contenuti della proposta di legge di riforma della legge elettorale presentata alla Camera da Giorgia Meloni, Guido Crosetto, Basilio Catanoso, Fabio Rampelli, Tommaso Foti, Sabrina De Camillis, Enrico Costa, Salvatore Cicu e Agostino Ghiglia. «Questa - ha spiegato Giorgia Meloni - è la riforma più veloce ed efficace per difendere il bipolarismo e garantire agli elettori il diritto di scegliere i candidati, mettendo da parte una legge, il 'porcellum' che è il totem dell'antipolitica e che mortifica la dignità dei parlamentari che vengono percepiti tutti come dei cooptati anche quando in verità alcuni non lo sono». Giorgia Meloni e De Camillis difendono le preferenze: «ci sono per tutte le elezioni tranne che per il Parlamento: non vediamo quale sia il problema. Se portano nefandezze allora non c'è ragione di tenerle in vigore per gli altri livelli di rappresentanza». Un concetto ribadito dal più meridionale (è siciliano) dei firmatari, Basilio Catanoso. «Forse - sostiene Giorgia Meloni - la nostra proposta non è perfetta, ma è la migliore fra quelle sul campo». «Sicuramente meglio di quella Violante-Quagliariello che porterebbe a un proporzionale alla greca», puntualizza Crosetto, secondo cui «se non si fa presto si va a votare con il 'porcellum', mentre questa nostra questa legge punta al ritorno alla democrazia e se si vuole si vara in una settimana». Una proposta che, viene spiegato, è in contrasto con quella 'Violante-Quagliariellò, su cui, dice ancora Giorgia Meloni , «abbiamo già espresso forte scetticismo».

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