Salviamo i nostri Marò

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lunedì 26 marzo 2012

Liberté, égalité… impérialisme.



La Francia, che ormai da qualche anno ha rispolverato le sue antiche e mai sopite mire imperialistiche, dopo aver gettato nel caos Tunisia e Libia ha favorito il colpo di stato in Mali ad opera dell’esercito nazionale. Il presidente è stato arrestato e la costituzione sospesa. Anche grazie alla crisi economica, Sarkozy sembra essersi montato la testa con l’obiettivo di restaurare il regime delle colonie africane come nel ‘800 ma in modo soft, senza metterci la faccia…ma gli artigli sì.

Momenti di forte tensione nel Mali, dove un gruppo di militari ha annunciato, tramite la radio e la tv di Stato, di aver preso il potere ponendo “fine al regime incompetente di Bamako” (la capitale del Paese) e di aver “sospeso la Costituzione” dopo l’attacco alla presidenza.
Il tenente Amadou Konare fa sapere che sono state “sciolte tutte le istituzioni”, che è stato imposto il coprifuoco e che verrà formato un governo di unità nazionale per organizzare elezioni quanto prima. Konare ha voluto precisare, inoltre, la ragione che ha spinto i militari all’azione: il malcontento sempre più diffuso ei confronti del presidente Amadou Toumani Tourè, al potere dal 2002 (generale dell’esercito, nel 1991 aveva rovesciato il governo di Moussa Traoré, contribuendo poi alla scrittura della Costituzione, guadagnandosi l’appellativo di “soldato della democrazia”).
I militari, che hanno preso il potere dopo ore di combattimenti, contestano ha denunciato duramente l’incapacità del presidente destituito di fare fronte alla crisi nel nord del Paese, dove da metà gennaio è in corso un duro conflitto trale forze governative e i ribelli Tuareg, che chiedono l’indipendenza. Secondo i militari il governo è stato troppo debole, negando ai soldati i mezzi e le risorse necessarie a stroncare la rivolta secessionista. Konare ha  denunciato anche l’incapacità del potere nella lotta contro il terrorismo.
Diversi esponenti dell’amministrazione di Tourè sono finiti in manette: tra questi il ministro degli Esteri, Soumeylou Boubeye Maiga, e il ministro della Gestione del territorio, Kafougouna Konè. Non si sa ancora nulla sulle sorti di Tourè. In Mali le elezioni presidenziali erano previste per il 29 aprile. Difficile, anzi impossibile, a questo punto, che a decidere le sorti del Paese siano i cittadini. Almeno in tempi rapidi.
Parigi auspica elezioni “prima possibile” nel Mali. A dichiararlo è il ministro degli Esteri francese Alain Juppè: “Teniamo al rispetto delle regole democratiche e costituzionali. Chiediamo il ritorno all’ordine costituzionale, delle elezioni, erano in agenda per aprile, devono svolgersi prima possibile”.
“Profonda preoccupazione” arriva dall’Unione africana. In un comunicato il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Jean Ping, si dice “profondamente preoccupato per le riprovevoli azioni commesse da alcuni elementi dell’esercito del Mali”. Ping condanna inoltre “ogni tentativo di prendere il potere con la forza”.


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