Salviamo i nostri Marò

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martedì 13 marzo 2012

Che malattia hanno i siriani? Perchè a nessuno importa di loro? Dov’è Sarkozy? Anche Assad è suo amico…


Ora abbiamo tutto, anche le prove, evidenti e incontrovertibili: cinquanta cadaveri tumefatti, con il cranio spaccato, con la gola tagliata, con bruciature sul corpo. Bambini, donne, vecchi. Accatastati come tappeti in qualche casa di Homs, tra i quartieri di Karm al Zeitoun e al Adawiy. Ora che i lealisti si sono ripresi la città ribelle, video clandestini diffusi sul web mostrano al mondo il massacro, l’esecuzione di massa. Homs come Srebrenica: è questo il paragone giusto. Eppure, nonostante corpi inermi con la materia cerebrale in bella vista, l’Occidente dorme. Parla tanto, troppo. Riflette, minaccia, lancia moniti inutili.

Un anno fa, proprio in questi giorni, la storia era un’altra: Sarkozy, più attivo che mai, convocava conferenze e vertici a Parigi per decidere i bombardamenti sulla Libia del “petroliere” Gheddafi. E mentre i leader riuniti discutevano e pendevano dalle labbra del marito di Carla Bruni, gli aerei con il tricolore francese già sorvolavano Bengasi e le altre città libiche. Una guerra istantanea, ci raccontavano. Necessaria per salvare dal massacro la popolazione inerme. Televisioni tutt’altro che disinteressate spiegavano come enormi fosse comuni puntellassero il lungomare di Tripoli. Era una balla, ma anche questo servì per descrivere il massacro in atto del colonnello suoi suoi connazionali. Aerei, navi da guerra, missili: la Nato in tutto il suo splendore (unitamente al Qatar e ad altri paesi) iniziò la lunga caccia a Gheddafi, descrivendo l’operazione come “umanitaria”. D’altronde, se c’è un popolo da salvare, tutto è giustificabile.


Evidentemente, però, i siriani devono avere qualche strana malattia per cui della loro incolumità non importa niente a nessuno. Da quasi un anno sono in atto massacri, con Assad (anche lui vecchio amico di Sarkò, proprio come il colonnello libico) che prende in giro il mondo promettendo cambi alla Costituzione e nuove elezioni, e i grandi pacificatori così attenti alle esigenze umanitarie si stanno ancora arrovellando su come risolvere la crisi senza urtare la suscettibilità di russi e iraniani.

E’ un pasticcio, l’ennesimo. I vecchi guerrafondai pronti a sganciare migliaia di bandierine francesi su Bengasi oggi tacciono, composti e ordinati. Come se non fosse successo niente.

Ecco il VIDEO pubblicato dai ribelli.

ATTENZIONE: contiene immagini 
esplicite di violenza. 

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