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martedì 17 aprile 2012

Siria: c’è qualcosa che non quadra.



Purtroppo ci troviamo costretti ancora a parlare dello strano modo dell’ONU per fermare la guerra civile in Siria. Annan anzichè bloccare l’afflusso di armi ai ribelli portando alla luce gli agenti stranieri che li riforniscono e li addestrano, oltre che operare nel Paese sotto copertura, continua a chiedere all’esercito regolare di cessare il fuoco, con l’ovvia conseguenza di lasciare campo libero ai ribelli. Scusate, ma c’è qualcosa che non quadra. Praticamente Assad, oltre a proteggere la popolazione e le istituzioni civili dal’attacco di forze straniere che tirano i fili dei ribelli, viene anche minacciato dall’ONU perchè usa le armi.
E con cosa dovrebbe difendersi dagli attacchi? Solo la Russia preme sulle forze anti-governative affinchè rispettino la tregua.

A distanza dalla sospensione delle operazioni militari, le forze di sicurezza siriane hanno ripreso a bombardare Rastan

ALL’INSEGUIMENTO - Lo hanno riferito attivisti residenti nella città nella provincia centrale di Homs. I residenti di Hama hanno invece comunicato che 20 blindati dell’esercito sono entrati nella città nel centro del Paese. ”Dopo che le nostre forze armate hanno portato a termine con successo la missione di combattere le azioni criminali dei gruppi terroristici armati e di estendere l’autorità dello Stato sul territorio siriano, si è deciso di interrompere tale missione a partire da domattina”, ha riferito una fonte del ministero siriano della Difesa in un comunicato diffuso dalla televisione di Stato. ”Le nostre forze armate – ha proseguito la fonte – resteranno in stato d’allerta per rispondere a qualunque attacco da parte dei gruppi terroristici armati contro i civili, gli elementi antisommossa, le forze armate e i beni privati e pubblici”.

NIENTE ARMI AI RIBELLI - Il NyPost ci ricorda anche come Annan abbia respinto la possibilità che i ribelli vengano armati nel conflitto “Una mossa del genere sarebbe disastrosa”, ha dichiarato il fu Segretario Generale delle Nazioni Unite. Intanto, secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani, le forze governative hanno ucciso 11 civili, mentre secondo alcuni attivisti al momento sarebbero in corso combattimenti a Damasco e nella provincia di Daraa.


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