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venerdì 20 aprile 2012

La Malta Irredenta...



di Raoul Covelli

Da tempo siamo abituati a vedere il bell'arcipelago mediterraneo di Malta sulle vetrine delle agenzie di viaggio e nei depliant che pubblicizzano crociere,inconsapevoli che quella terra bellissima e tanto vicina a noi non sia un atollo simile alle isolette della Micronesia ma nasconda un passato affascinante di guerre, incontri tra culture diverse e soprattutto un'anima Italianissima che qualcuno abituato a censurare,cancellare e ripopolare ha messo a dura prova nell'ultimo secolo ma che, in definitiva, esiste e resiste.

Malta è una terra che si trova poco a sud della nostra Sicilia e da lei ha ereditato anche la lingua ufficiale, il maltese, con qualche inflessione araba,dono del passato di grandi scambi culturali nel Mediterraneo e da sempre la lingua dei dotti è l'italiano; inoltre l'arcipelago è parte integrante della Regione Geografica Italiana e, nonostante sia stato da sempre politicamente lontano dalla Madre Patria a causa delle politiche imperialiste francesi prima e britanniche poi, mantiene con l'Italia uno stretto legame di fratellanza culturale.

In questo complicato quadro di italianità negata possiamo iniziare a trattare la storia di Malta dal famoso Congresso di Vienna del 1814, che sancì la fine del dominio di Napoleone in Europa a favore di inglesi ed austriaci e che la vide passare tra le grinfie di Sua Maestà Britannica che ne fece una sorta di avamposto militare nel Mar Mediterraneo. L'arcipelago assunse ancora più importanza per gli inglesi con la costruzione del Canale di Suez nel 1867 in quanto rappresentava uno scalo favorevole a metà strada tra Londra e le Indie, ma l'indomito popolo maltese non si arrese e sul finire del XIX secolo iniziò una dura battaglia per l'annessione al neo costituito Regno d'Italia.

Ovunque si fece vivo un fervente attaccamento alla cultura italiana e l'istituto Umberto I de La Valletta fu il luogo di aggregazione di irredentisti e giovani favorevoli alla svolta italiana;ma gli inglesi non videro di buon occhio questa nuova ondata di italianità nella popolazione ed ostacolarono in ogni modo la costituzione di associazioni o circoli pro Italia sulle isole e nelle città maltesi. Fu così che si arrivò alla Prima Guerra Mondiale che vide centinaia di giovani isolani disertare la chiamata alle armi inglese del 1914 e ricomparire nel 1915 al momento dell'entrata in guerra dell'Italia arruolandosi volontari nel Regio Esercito e combattere e morire eroicamente accanto ai nostri giovani sull'Isonzo sul Carso e sul Piave. Questa fu una delle pagine più terribili della storia di Malta, una pagina che nessun libro di storia ha mai raccontato, la storia di eroi maltesi italiani rimasti ignoti, di madri che dovettero piangere i propri figli morti per la Patria (l'Italia) in silenzio per paura di ritorsioni da parte degli inglesi che, se già allora si prendevano la briga di insegnare la via alla libertà ed alla democrazia ad alleati e nemici, nelle loro colonie facevano tutt'altro negando diritti ed identità ai popoli che sottomettevano.

Finita la Grande Guerra con la Vittoria dell'Italia al fianco della Gran Bretagna, Malta risentì dei problemi economici di tutto il resto d'Europa; la guerra aveva avuto un costo esorbitante per i paesi vincitori e gli inglesi ben pensarono di aumentare in maniera spropositata il prezzo del pane anche sul povero arcipelago la cui economia era di per sé molto povera. Il fiero popolo,che già odiava gli inglesi per gli ostacoli che poneva alla cultura italiana, scese nelle strade,protestò ed il 7 giugno 1919 si consumò un delitto rimasto indelebile nei cuori maltesi : l'Autorità Britannica ordinò di aprire il fuoco sulla folla disarmata causando la morte di decine di persone inermi.

Dopo questo terribile fatto di sangue l'irredentismo della gioventù maltese si fece più forte e con l'avvento del Fascismo in Italia il sogno si fece più realizzabile. Mussolini suscitava grandi simpatie negli isolani che in lui vedevano la tanto agognata svolta ed il Duce ricambiò la stima favorendo lo studio nel nostro paese per i giovani ed impegnandosi per la creazione dell'Organizzazione Giovanile Maltese tramite l'OGIE ( Organizzazioni Giovanili Italiane all'Estero ). Molti ragazzi si formarono culturalmente in questo contesto tra i quali spicca il nome di Carmelo Borg Pisani, un giovane di Senglea che negli anni della Seconda Guerra Mondiale si sarebbe distinto per coraggio ed amore per l'Italia. Gli inglesi risposero a questa ondata di "voglia d'Italia" compiendo il più terribile dei torti che si possa fare ad un popolo : vietarono l'uso della loro lingua di riferimento,della lingua che i maltesi sentivano loro tanto quanto la lingua maltese stessa, nel 1935 vietarono l'uso della lingua italiana.

A questo punto l'irredentismo ed il desiderio di annessione all'Italia diventarono quasi un bisogno vitale per un popolo che si era visto defraudare della propria identità culturale dagli invasori britannici e l'occasione di svolta si presentò con l'entrata in guerra dell'Italia al fianco della potentissima Germania di Hitler nel 1940 proprio contro la tanto odiata Inghilterra. Da ogni parte dell'arcipelago si imbarcarono giovani e meno giovani maltesi alla volta della Sicilia per arruolarsi volontari nell'esercito dell'Italia Fascista e se, nella Prima Guerra Mondiale la Gran Bretagna in virtù dell'alleanza bellica con l'Italia aveva, in un certo senso e non più di tanto, tollerato molte diserzioni,adesso che i due paesi si trovavano in schieramenti avversi non c'era pietà, la pena era la morte!

I Maltesi combatterono valorosamente per l'Italia e molti di loro morirono giustiziati dagli inglesi che li consideravano traditori, tra questi anche il grande Carmelo Borg Pisani che fu catturato durante un'azione ricognitiva volta a preparare l'invasione italiana dell'arcipelago nel novembre del 1942, ma la sua lotta e quella di tanti altri irredentisti isolani continuò nel Battaglione Borg Pisani che, forte di circa duemila uomini, combatté gli Alleati nelle file della RSI fino alla definitiva sconfitta delle Potenze dell'Asse avvenuta nel 1945.

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale a favore della Gran Bretagna, con un'Italia semidistrutta che aveva rinnegato tutto ciò che si potesse rinnegare dei suoi ultimi anni e con l'esecuzione capitale di molti ex combattenti è facile concludere che anche l'irredentismo maltese,come quello còrso, nizzardo e ticinese, terminò e si tramutò in una lotta per l'indipendenza che sarebbe arrivata nel 1964.

Oggi sarebbe molto difficile trovare maltesi favorevoli o lontanamente interessati all'unione della propria terra con la Madre Italia e questo a causa degli irreparabili danni causati da oltre 70 anni di politica antiitaliana degli inglesi che nel dopoguerra hanno ripopolato l'arcipelago anche di gente proveniente da altre colonie deturpandone irrimediabilmente l'identità. Ma la sola vista delle sue coste,dei suoi colori e dei suoi edifici oltre alla lingua locale ed alle tradizioni non possono, ancora oggi, non richiamare alla mente una parola sola : Italia. Con buona pace degli inglesi...

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