di Marcello de Angelis
Facciamo finta che Monti fosse inevitabile. Certo, se Berlusconi non avesse dato le dimissioni il signor Mercati avrebbe continuato a bombardare l’Italia fino a ottenere un effetto Dresda. Quindi, non c’era scelta. Buttiglione dichiarò che Berlusconi valeva 300 punti di spread. Aveva sbagliato, ma è un filosofo non un contabile. I politici a volte sono così, degli uomini di astrazione. Ma i giornalisti, quelli sì che dicono pane al pane e vino al vino e non guardano in faccia a nessuno. Un giornalista che rinuncia a un minimo di onestà intellettuale è come una donna che rinuncia scientemente alla maternità. Eppure continuano a raccontarci che Cristo è morto di freddo e che Stalin era un filantropo. E che Monti è un grande statista. Ad esempio: che sta facendo tutti i giorni in giro per il mondo? Non doveva risolvere l’emergenza economica? Prima ci hanno detto che stava girando come un piazzista per vendere l’Italia ai cinesi, ma ora? Che ci fa in Terra santa a parlare del nucleare iraniano, a dire la sua sulle trattative israelo-palestinesi? Ha anche scoperto – dopo una visita allo Yad Vashem e nove anni dopo Fini – che le leggi razziali sono state una mostruosità. Eppure c’è un giornalista del “Corriere” – uno di quelli intelligenti, mica uno stupido – che riesce persino ad inventarsi che Monti, ripetendo a pappagallo slogan ventennali come “due popoli due stati” abbia riportato l’Italia in linea con l’Ue. Così, dopo aver frodato gli italiani, possiamo prendere in giro pure quei disperati dei palestinesi. Che cattiveria. Questo è il tizio che diceva che aprire le panetterie la domenica avrebbe rilanciato i consumi. E invece per ora ha rilanciato il prezzo del pane e del grano.
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