Un segnale forte nei confronti della comunità internazionale. Un gesto di alto valore simbolico per uscire dallo stallo della vicenda che vede coinvolti i nostri marò detenuti in India, facendo leva sullo sforzo, sugli impegni e sul valore che contraddistinguono le missioni dei nostri militari italiani all’estero. E’ quanto ha prospettato il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa, nel corso di un incontro con il Capo dello Stato che si è tenuto nel pomeriggio al Quirinale. L’Italia, sostiene La Russa, deve fare sentire ancora più forte la propria voce a difesa dei nostri militari e del rispetto del diritto internazionale. Per questo serve un segnale forte.
“Si sta facendo molto – ha dichiarato l’ex ministro della Difesa – ma io credo che possiamo fare di più. Il nostro Paese partecipa a diverse missioni internazionali come ad esempio la missione ‘Atlanta’ dell’Unione europea in cui siamo presenti con 200 uomini e la fregata Scirocco presente nel Corno d’Africa, Oceano Indiano fino alle Isole Seychelles. Potremmo, dando un sufficiente preavviso di qualche settimana, annunciare l’uscita da quella missione, se i due Marò restano prigionieri in India. Quello che forse non emerge a sufficienza – puntualizza il coordinatore nazionale del Pdl – è che i due militari erano lì in una missione internazionale di contrasto alla pirateria”.
Secondo La Russa, un gesto del genere potrebbe rappresentare un modo per l’Italia “di dare un segnale, vista la presenza in missioni internazionali in Kosovo, Libano e Afghanistan. In questa fase – dice ancora – dobbiamo dare un segnale alla comunità internazionale e cioè che vogliamo subito il rientro dei nostri soldati”.
Questa l’ipotesi formulata nel corso dell’incontro di oggi con Giorgio Napolitano, che ha messo a tacere qualche polemica montata ad’arte sulle iniziative a sostegno di Latorre e Girone. “Nei confronti del presidente della Repubblica – ha ribadito La Russa – nutro dei sentimenti di grande stima e amicizia. A Napolitano sta a cuore, come a tutti noi, la vicenda dei due Marò”.
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